di Riccardo Rizzo
Da sempre la comunicazione ha svolto un ruolo centrale nell’industria videoludica. Saper raccontare un prodotto, spesso ancor prima di lanciarlo sul mercato, ha più volte segnato il destino dello stesso. È dagli anni Ottanta che le aziende sfruttano la comunicazione e il marketing per far incuriosire e appassionare i giocatori, spingendoli così ad acquistare le loro console e videogiochi.
Nel corso del tempo la narrazione intorno all’industry è cambiata molto, si è evoluta di pari passo con le tecnologie e i nuovi media. Dalle riviste di settore e le pubblicità in televisione fino alle grandi fiere dal vivo e gli eventi in streaming: ripercorriamo insieme l’evoluzione della comunicazione nei videogiochi.
Le origini: le riviste di settore e le pubblicità in TV
Prima dell’avvento di internet e l’affermazione del medium videoludico nella cultura mainstream, la comunicazione e il racconto dei videogiochi è affidato principalmente alle riviste specializzate e alle pubblicità in televisione. Siamo negli anni Ottanta, quando il videogioco inizia a diffondersi nelle case dei giocatori che sino a quel momento erano legati alle sale giochi. Fino ad allora, di fatto, la pubblicità e il marketing erano stati praticamente inesistenti, con il settore che era ancora profondamente di nicchia. Con l’affermarsi del NES, del Commodore 64 e della PlayStation però i videogiochi iniziano a conquistare un pubblico sempre maggiore.
Tra gli anni Ottanta e i primi anni Novanta nasce dunque una vera e propria comunicazione videoludica, con le prime riviste e pubblicità televisive. Le prime si riferiscono appunto ai veri appassionati, agli hardcore gamer, che possono trovare al loro interno recensioni, approfondimenti e consigli. Le seconde parlano invece alla massa, con degli spot che puntano a incuriosire lo spettatore e a invogliarlo ad acquistare un determinato prodotto. I più iconici in tal senso sono sicuramente gli spot Genesis Does di SEGA, con cui l’azienda attacca frontalmente Nintendo con la frase “Genesis Does what Nintendon’t”; e Ricchezza Mentale di PlayStation, dove una ragazza dai tratti alieni parla dell’importanza di sognare, della ricchezza mentale e della necessità di “non sottovalutare la potenza di PlayStation”.
L’epoca d’oro delle grandi fiere videoludiche
In concomitanza con l’arrivo della prima PlayStation negli Stati Uniti e nel resto del mondo (in Giappone arriva un anno prima, nel 1994) nasce l’Electronic Entertainment Expo: l’E3. Siamo nel 1995, a Los Angeles, e l’industria videoludica scopre il fascino della kermesse californiana.
Non è la prima fiera a cui prende parte il medium, con il Consumer Electronics Show (CES) che negli anni ha visto gli annunci di Pong, del VIC-20, del Commodore 64 e dell’arrivo del NES in Occidente. Ma l’E3 è il primo grande evento interamente dedicato ai videogiochi. Un punto di contatto tra addetti ai lavori e giornalisti, dove i primi possono svelare al mondo i loro progetti e i secondi possono fargli delle domande e provare con mano i loro giochi.
Il fascino della fiera losangelina è totalizzante, tanto da creare un nuovo standard per l’industria tutta, che d’ora in avanti sfrutterà il suo palco per i principali annunci hardware e software. Col tempo si è evoluta e adattata, aprendosi al pubblico e diventando sempre più grande. Il punto di svolta arriva nella seconda metà degli anni Duemila, con la diffusione a livello globale di internet e la nascita di YouTube. La comunicazione videoludica è destinata a cambiare per sempre.
L’avvento di internet
L’avvento di internet ha stravolto nel profondo la comunicazione e la narrazione del medium. Ciò che prima era confinato tra le pagine delle riviste di settore, le pubblicità in televisione e gli annunci alle fiere, ora è a portata di tutti, prima sul web e poi su YouTube, piattaforma di riferimento per la pubblicazione dei nuovi trailer. Ma andiamo con ordine.
La nascita e la diffusione di internet comporta l’arrivo dei primi siti web dedicati al mondo dei videogiochi, che traducono digitalmente le informazioni e i contenuti delle riviste cartacee, destinate a diventare sempre più marginali contestualmente all’affermazione della rete. Con internet la comunicazione videoludica si apre al mondo intero. Tutto diventa più veloce, più istantaneo. I tempi di attesa, che prima andavano da una settimana a un mese per le riviste, si annullano, con le aziende che iniziano a cambiare il modo di raccontare i loro prodotti.
Con YouTube la rivoluzione è completa. I nuovi trailer e gli spot pubblicitari travalicano i confini della televisione per arrivare sui computer e gli smartphone di tutto il mondo. Ora chiunque può vedere le ultime novità del settore. Questo ovviamente ha delle ripercussioni anche sulla concezione e sulla struttura delle fiere, che nel frattempo si sono ulteriormente ampliate e moltiplicate. Oltre al CES e allE3, le più importanti sono la Gamescom di Colonia (2009) e il Tokyo Game Show (1996), principalmente dedicato alle produzioni orientali.
Un altro cambiamento radicale è senz’altro quello dello streaming, che ha permesso a tutti gli appassionati di seguire da remoto le varie conferenze dei publisher e delle software house, garantendo una risonanza senza precedenti. La trasmissione in diretta online si è rivelata inoltre cruciale nel 2020, quando la pandemia da COVID-19 ha impedito il normale svolgimento degli eventi dal vivo, segnando tra l’altro un definitivo cambiamento nelle abitudini dei consumatori e delle aziende nel raccontare e parlare di videogiochi.
Il COVID e la fine dell’E3
Il COVID ha di fatto nuovamente rivoluzionato la comunicazione videoludica, in particolare quella relativa alle fiere e ai vari eventi dal vivo. Già da qualche anno, invero, alcune aziende si erano iniziate a staccare dalle maggiori kermesse come l’E3, organizzando nel medesimo periodo un evento proprietario di dimensioni più o meno grandi. Le più importanti a dare forfait sono state Sony e Nintendo; la prima con i suoi State of Play e PlayStation Showcase, la seconda con i suoi iconici Nintendo Direct.
Con la pandemia, però, l’intero ecosistema dell’Electronic Entertainment Expo va in crisi. L’edizione del 2020 viene annullata, quella del 2021 viene trasmessa esclusivamente online e quella del 2022 è nuovamente annullata. Sulla scia di Sony e Nintendo, sempre più aziende iniziano a organizzare eventi indipendenti, spesso spalmando la propria comunicazione lungo tutto il corso dell’anno e non affidandosi più al solo periodo estivo.
A partire dal 2020, inoltre, l’estate videoludica ha visto l’arrivo di un nuovo evento, che in pochissimo tempo ha catalizzato l’attenzione di tutta l’industria, segnando così la fine definitiva dell’E3, annunciata ufficialmente nel 2023. Stiamo parlando del Summer Game Fest.
Il Summer Game Fest
Organizzato da Geoff Keighley, lo stesso dei The Game Awards (un altro momento topico della comunicazione videoludica, che oltre a premiare i migliori titoli dell’anno rappresenta sempre un palco importante per dei nuovi annunci), il Summer Game Fest è a tutti gli effetti la nuova versione della storica kermesse losangelina.
Con delle dimensioni notevolmente ridotte rispetto a quelle gargantuesche dell’E3, il Summer Game Fest si configura come uno spazio dove publisher grandi e piccoli, team di sviluppo AAA e indipendenti possono presentare al mondo i loro progetti e farli provare alla stampa specializzata. La formula, quindi, è rimasta la stessa. Alcune aziende vi partecipano ancora indirettamente, con degli eventi a ridosso della Opening Night Live; e la fiera si tiene ancora a Los Angeles, California.
A essere cambiato è l’approccio stesso alla comunicazione. La chiusura definitiva dell’E3 ha sancito la fine di un’era. L’industria non può più concentrare tutti gli annunci in un singolo evento annuale. Le dimensioni del settore ormai sono troppo grandi. Ci sono troppe produzioni, tra giochi AAA e titoli indipendenti, per racchiudere tutto in una settimana di fiera.
La nascita del Summer Game Fest è la consacrazione della nuova fase della comunicazione videoludica. Ora le aziende vogliono una narrazione costante, che accompagni i giocatori dal primo annuncio fino all’uscita di un gioco. Ecco perché è importante sfruttare tutti gli eventi maggiori e i vari eventi proprietari, a cui poi si affiancano trailer, video di gameplay, approfondimenti e interviste da pubblicare sul web, su YouTube e sulle varie piattaforme di podcast. Solo così, inoltre, possono trovare spazio tutti i videogiochi in sviluppo.
Il futuro della comunicazione videoludica
Ma quindi come si evolverà la comunicazione videoludica nei prossimi anni? Difficile dirlo. Ci sono troppe variabili. Sicuramente la direzione è quella di una narrazione sempre più costante dei prodotti, con i publisher e le software house che sfrutteranno sempre di più ogni momento dell’anno per raccontare i propri progetti in sviluppo.
Una conseguenza di questo nuovo approccio è un possibile indebolimento degli eventi più grandi, che in alcuni casi potrebbero vedere l’assenza di grossi annunci o della sempre tanto attesa One More Thing. Un fattore, questo, che negli ultimi anni si è fatto particolarmente sentire anche a causa della crisi del settore, che tra pandemia, semiconduttori e licenziamenti ha attraversato e sta ancora attraversando dei mesi alquanto complessi.
La speranza è che in futuro, con la stabilizzazione del mercato, le aziende possano tornare a far sognare gli appassionati di tutto il mondo. A prescindere dalle modalità e dalle tempistiche, infatti, l’importante è che gli sviluppatori continuino a far emozionare i giocatori, incuriosendoli e non facendoli vedere l’ora di mettere le mani sui nuovi hardware e software.
Ovviamente questi sono solo alcuni aspetti della comunicazione dei videogiochi, che in generale si compone di moltissimi aspetti e ricopre ormai tantissimi ambiti diversi. Però diteci: voi come vivete la vostra passione per i videogiochi? Vi piace rimanere sempre aggiornati su tutte le ultime notizie o seguite solo gli eventi principali per scoprire i prossimi grandi giochi in arrivo? Fatecelo sapere sulla nostra pagina Instagram! E non dimenticate di continuare a seguirci qui sulle pagine di Nasce, Cresce, Respawna per rimanere sempre aggiornati su tutto il mondo del gaming. Se l’articolo vi è piaciuto, leggete anche:
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