Attualità

Lavoro in nero: l’azienza vuole fargli il contratto, lui gli incendia l’auto

È quanto successo la scorsa notte nel comune siciliano di Caltanissetta. Un uomo di 35 anni ha cercato di dare fuoco all’auto aziendale di una sala ricevimenti. Il movente di questo danneggiamento sembra essere legato al fatto che i proprietari dell’attività si fossero rifiutati di proseguire con il lavoro in nero per il 35enne proponendogli, invece, un contratto a tempo determinato.

La dinamica

Stando a quanto affermano i testimoni dell’accaduto, verso le ore 23.30 del 19 dicembre un uomo con giubbotto rosso avrebbe cosparso di liquido infiammabile l’auto per dargli poi fuoco e scappare subito dopo. Non passa molto tempo dallo scoppio dell’auto e l’arrivo dei vigili del fuoco, intervenuti prontamente per spegnere l’incendio dopo la chiamata dei residenti.

L’auto in questione, una Volskwagen T Cross, non era che l’auto aziendale di una sala ricevimenti locale. Sono proprio i proprietari di quest’ultima ad aver identificato il colpevole ed averlo comunicato alla polizia.

Il movente: mantenere il lavoro in nero

Subito dopo aver identificato il colpevole, i proprietari dell’auto hanno chiamato immediatamente i carabinieri per denunciare l’accaduto. Le forze dell’ordine, subito dopo aver ascoltato le testimonianze, si sono messe in moto verso il domicilio dell’accusato per provvedere all’arresto.

L’uomo, un 35enne in stato di disoccupazione percepente reddito di cittadinanza, avrebbe lavorato presso la sala ricevimenti per un certo periodo di tempo in prova. Alla proposta della sala di iniziare a lavorare sotto contratto, però, l’uomo si sarebbe rifiutato preferendo mantenere il reddito di cittadinanza che, altrimenti, avrebbe perso. L’uomo avrebbe contro proposto alla sala ricevimenti di poter lavorare in nero invece che sotto contratto. Proposta che, correttamente, è stata bocciata dall’azienda. A questo punto arriva la vendetta.

Dopo l’arresto l’uomo stesso avrebbe confermato ai carabinieri di essere l’autore del reato. Questo, però, solo durante la perquisizione che ha confermato ulteriormente tutto con il ritrovamento degli abiti utilizzati quella sera sporchi ancora del liquido infiammabile.

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di Gianmichele Trotta

Redazione NCI

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