di Giorgio Stanga
Come riportato da “Il Corriere della Sera“, la techno di Berlino è diventata patrimonio UNESCO. La decisione è arrivata a seguito della candidatura, avvenuta circa 3 anni orsono, per opera della Clubcommission di Berlino. Ad entrare nella categoria “bene protetto” non sarà solo la musica in sé, bensì l’intera rete di club, rave e street parade.
Berlin techno culture is recognized as a UNESCO World Heritage Site! ?
This another milestone for Berlin techno producers, artists, club operators and event organizers. https://t.co/Bd1EnvJRN4
— clubcommission (@clubcommission) March 13, 2024
Il valore della techno e l’idea di proporla come “bene protetto”
Secondo gli esperti del genere, la techno non è parte del circuito “festa/discoteca”, ma si propone come uno spazio extra. Qui, le persone possono godere di uno spazio dove, oltre a ballare, possono sviluppare una cultura, che si basa sul rispetto, della valorizzazione delle diversità, della consapevolezza, della collaborazione, della solidarietà e dell’innovazione.
La musica techno si pone l’obiettivo di recuperare e valorizzare gli spazi urbani industrializzati, dove creare delle comunità dove vige il rispetto per tutte le diversità: genere, etnia, orientamento sessuale, età, provenienza geografica.
Peter Kirn, produttore tedesco di musica techno, per sottolineare l’importante della techno, in un’intervista al Guardian, così descrive il genere musicale:
La techno è diventata un rifugio per le persone emarginate e c’è una naturale attrazione per Berlino come uno spazio libero e sicuro per chi proviene da contesti illiberali, autoritari o meno permissivi.
Però, come si è arrivati dall’idea di “rifugio”, alla proposta di “bene protetto”? La risposta risiede in un’idea datata 2014, per opera del matematico e musicologo Hans Cousto. Cousto infatti, vedendo un potenziale nel genere musicale citato, ebbe l’idea di inserirla come bene protetto.
7 anni più tardi da quell’idea è stata presentata, venendo accettata nei successivi 3. Opera di presentazione dell’idea arriva dal fondatore della “LoveParade“, la più grande manifestazione di techno nelle strade cittadine al mondo, Dr Motte, e dall’organizzazione no profit “Rave the Planet“, che organizza rave.
E tu cosa ne pensi di questa scelta da parte dell’Unesco? Credi che la techno sia un genere da ritenere “protetto”? Faccelo sapere con un commento!
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Fonti: Il Corriere; Wired.
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