L’assemblea della Lega di Serie A ha visto, tra i vari temi, una discussione sulla possibile riduzione del numero di partecipanti al campionato da 20 a 18. La riforma è ancora ben lontana dall’essere approvata, tuttavia alcuni club sono aperti alla possibilità. Ma nella storia del campionato italiano quante volte c’è stata una riforma del numero di squadre? Vediamo quando e come è cambiata la conformazione del massimo campionato italiano.
Il campionato di Serie A si è “unito” per la prima volta nel cosiddetto girone unico ormai quasi cento anni fa. La stagione 1929-1930, infatti, ha rappresentato un vero e proprio punto di svolta. Il nostro calcio si accodò così a quanto accaduto negli anni precedenti in altri campionati europei, accorpando le preesistenti Divisioni Nazionali. La prima edizione vide ai nastri di partenza 18 squadre; a spuntarla fu l’allora Ambrosiana, guidata da Giuseppe Meazza.
Dalla stagione 1934-35 il numero di squadre partecipanti al massimo campionato di calcio italiano si abbassò a sedici. Quel format fu proposto in concomitanza con la riforma della Serie B, che passò a 26 squadre, divise in due gironi su base territoriale. La Serie A 1942-43, sempre a 16 squadre, fu l’ultima riconosciuta dalla Federazione prima dell’interruzione per via del secondo conflitto mondiale. Nei due anni successivi furono organizzati tornei separati su base territoriale, per ovvi motivi di partizione dell’occupazione del suolo italiano, prima di tornare al girone unico nel 1946.
Dalla stagione 1946-47 al 1952 il nostro campionato ha visto tornei da venti squadre, come accade ancora oggi. Tuttavia, nel corso degli ultimi settant’anni la Serie A ha subito diversi cambiamenti. Già in quegli anni ci fu una prima eccezione: la stagione 1947-48, infatti, vide ai nastri di partenza 21 squadre. Il ripescaggio in extremis della Triestina portò così all’edizione più numerosa (in termini di squadre partecipanti) della Serie A a girone unico.
Dal campionato 1952-53 tornano a essere protagoniste diciotto squadre: il famoso Lodo Barassi ridusse il numero di club per limitare il numero di giornate di Serie A e lasciare più spazio alla Nazionale. La formula fu mantenuta fino alla stagione 1966-67, per poi cambiare nuovamente e ridurre le partecipanti nuovamente a sedici! Alla Serie A 1967-68 presero parte sei club della Lombardia, ovvero il 37,5% del totale: un record ancora oggi per una singola regione.
Al termine della stagione 1987-88 la FIGC decise di ritoccare ancora il formato del massimo campionato: nuovamente 18 squadre al via. Qualche anno dopo, nel 1994, fu modificato anche il sistema di assegnazione dei punti, con il passaggio da due a tre punti per la vittoria. Dieci anni dopo, nel 2004, il famoso “caso Catania” spinse il calcio italiano verso l’ultima riforma della Serie A.
La stagione 2004-2005 partì, per la prima volta dopo più di cinquant’anni, con ben venti squadre. Furono ben sei le promosse dalla Serie B: le prime cinque del campionato cadetto 2003-04 e la Fiorentina, giunta al sesto posto e uscita vincitrice dallo spareggio con il Perugia, quart’ultimo in Serie A. Da quell’anno il nostro campionato non ha più mutato numero di squadre, nonostante le voci continue su una possibile nuova riduzione. Questa volta la riforma verrà davvero messa in atto?
Non ci resta che attendere ulteriori novità. Nel frattempo, per rimanere sempre aggiornati su tutte le notizie del calcio, continuate a seguirci su Nasce, Cresce, Calcia.
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