di Gabriele Nostro
Le centrali nucleari sono da decenni argomento di forte discussione. Dopo l’incidente di Chernobyl infatti, in molti hanno espresso preoccupazioni riguardo questi impianti, cogliendone solo il lato negativo anziché la componente migliorativa per le nostre vite. In Italia ad esempio questo tipo di tecnologia energetica non viene sfruttata, con conseguente aumento dei costi. Quello che in pochi sanno però è che la prima “centrale nucleare” non sarebbe stata creata dall’uomo: risalirebbe addirittura a 2 miliardi di anni fa.
Centrale nucleare, la vera origine naturale
L’incredibile rivelazione è arrivata nel 1972, durante l’analisi di campioni di materiale nell’impianto nucleare di Tricastin, in Francia. Negli esami teoricamente di routine, gli scienziati hanno osservato, grazie allo spettrofotometro di massa, delle inspiegabili anomalie.
I campioni di esafluoruro di uranio (UF6), un composto sfruttato nei processi di arricchimento nucleare per la produzione di combustibile, presentavano un contenuto di uranio-235 pari allo 0,60%. Il riconoscimento del valore, più basso dello 0,12% rispetto agli standard, ha subito provocato una serie di problemi, primariamente di natura legale. Qualcuno, infatti, doveva giustificare alla Commissione dell’Energia Atomica (CEA) l’anormalità della questione, al fine di scacciare ogni sospetto riguardo la produzione di armi nucleari. Urgeva poi dare anche una spiegazione scientifica alla cosa.
Dalla necessità l’incredibile scoperta
Da qui iniziarono quindi ulteriori indagini per capire la natura di questa discrepanza. Si scoprì così che nella miniera di Oklo, nel Gabon (luogo da cui provenivano i campioni analizzati) in passato era avvenuta una reazione nucleare naturale. Ad ulteriore conferma, in tutta l’area circostante trovarono sparse varie tracce di neodimio e rutenio, isotopi dei comuni prodotti di fissione nucleare.
Emerse quindi che la miniera di uranio di Oklo aveva operato autonomamente come reattore nucleare a fissione in maniera del tutto naturale almeno 2 miliardi di anni prima che l’uomo iniziasse i suoi esperimenti sull’atomo. La reazione era avvenuta grazie alle alte concentrazioni di uranio-235 nella miniera e nell’acqua, che poi aveva dato il via al processo.
Si stima che il reattore producesse più di 100 kW di potenza complessiva e abbia operato per circa centomila anni prima di “spegnersi”.
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