Considerata una delle più grandi scoperte archeologiche del XX secolo, Xin Zhui rappresenta il corpo mummificato conservato nelle migliori condizioni al mondo. La donna, vissuta oltre 2000 anni fa, morì “solo” nel 163 a.C. e, da allora, la sua mummia è stata conservata dal sarcofago, rinvenuto poi negli anni settanta. Il caso di Xin Zhui è considerato unico al mondo e ha permesso agli archeologi notevoli scoperte anche sulla costituzione dei nostri antenati.
Erano gli inizi degli anni ’70 quando in Cina, l’allora presidente Mao Zedong, promuoveva per la sua propaganda la costruzione di rifugi antiaereo. Fu proprio durante gli scavi per la costruzione di uno di questi rifugi a Changsha, nella provincia di Hunan, che gli operai si imbatterono in qualcosa di strano.
Dopo aver scavato per 30 metri, il terreno cominciava a diventare più friabile. Così, gli operai si presero una pausa sigaretta, ma non andò decisamente come previsto. Quando accesero i fiammiferi, l’aria proveniente dagli scavi iniziò a fare delle scintille blu. Gli operai, che avevano interpretato le scintille come “fuoco fantasma“, riportarono spaventati l’accaduto alle autorità.
Gli archeologi, però, associarono subito l’evento a una caratteristica tipica del materiale in decomposizione che, solitamente, rilascia nell’aria una sostanza infiammabile. Così, nel corso dei 3 mesi successivi, a partire dal 16 gennaio 1972, gli archeologi, con un gruppo di studenti, iniziarono gli scavi nella zona.
Dopo ben 15 metri di profondità scoprirono la tomba di una nobildonna vissuta nel II secolo a.C.: Lady Dai. Non si conosce molto sulla vita della donna; tuttavia, Archeology, rivista dell’istituto archeologico americano, riporta che Lady Dai fosse sposata con un feudatario dell’epoca, durante la dinastia Han, per questo di ceto molto abbiente.
Come già detto, la tomba di Xin Zui rientra tra le più grandi scoperte del secolo scorso e, forse, la più grande nella sua zona. Questa, infatti, nutre di una particolarità unica: dopo quasi 2200 anni si trova ancora in ottime condizioni, come fossero passati solo pochi anni.
La mummia dispone ancora di legamenti, pelle morbida, organi intatti, capelli, ciglia e, soprattutto, una piccola dose di sangue.
Dopo 2185 anni la ricca nobildonna è riuscita quindi a fare un’analisi del sangue a tutti gli effetti, da cui è risultato anche il tipo di sangue: A positivo. Gli scienziati, con le relative analisi, sono riusciti anche a identificare una serie di patologie di cui soffriva la “nonnina” come artrosi, mal di schiena e un cuore debole.
Tutto questo è stato di grande aiuto per la scienza che ha avuto la possibilità unica di venire in contatto con un nostro antenato di oltre due millenni orsono. In fin dei conti, dai risultati, non sembra che i dolori della vecchiaia siano cambiati più di tanto.
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