Sono 9 le vittorie dei ragazzi di Baroni nelle ultime 10 gare, in Europa ha sempre vinto e in campionato è a 1 punto dal primo posto. La domanda sorge spontanea, può questa Lazio puntare a qualcosa di grande?
La scorsa stagione per la Lazio ha rappresentato la chiusura di un ciclo. Un ciclo che non coincide esclusivamente coi 3 anni di Sarri, conclusi poi da Tudor, ma che inizia ben prima con l’arrivo in panchina di Simone Inzaghi.
Proprio l’attuale allenatore dell’Inter, aveva gettato le basi per una squadra che negli anni ha sempre visto spiccare i soliti calciatori che alla fine dell’anno a suon di gol e giocate trascinavano i biancocelesti sempre nelle parti alte della classifica.
Felipe Anderson, Luis Alberto, Immobile, Milinkovic, tutti beniamini che per anni hanno fatto la fortuna della Lazio, ma che nel giro di pochi mesi hanno lasciato la squadra, lasciando i tifosi incerti riguardo i futuri sostituti.
Nonostante il malcontento generale per l’addio di questi e altri giocatori, tra le strade di Roma si chiedeva a gran voce al presidente Lotito di allestire una squadra competitiva guidata da un grande allenatore che potesse non far rimpiangere Sarri.
Tra i nomi più blasonati, quelli che più sembravano destinati a ricoprire questo ruolo erano: Conceicao, Italiano (che poi ha firmato con il Bologna) e Allegri.
Poi il nome che non ti aspetti, che sembra uccidere tutte le speranze dei tifosi di mantenere un asticella alta, Marco Baroni.
Lotito sceglie Baroni e i tifosi protestano. Manifestazioni in piazza, minacce al presidente, striscioni appesi in giro per Roma.
I laziali non vogliono Baroni, non vogliono accettare che si passi dal grande nome come Sarri ad un allenatore che fino a quel momento, i ricordi più alti della sua carriera li aveva vissuti con le 2 salvezze, storiche, prima a Lecce e poi a Verona.
La Lazio annuncia il suo nuovo allenatore e per la prima volta nell’era Lotito, svolge una campagna acquisti mirata a mettere a disposizione del mister i giocatori richiesti il prima possibile.
Inizia il campionato, allo stadio si sentono solo cori e insulti verso il presidente, ma i risultati iniziano ad arrivare.
Baroni manda in campo una formazione sicuramente meno preparata tecnicamente rispetto a quella degli anni precedenti, ma d’altro canto maggiormente aggressiva, fisica e grintosa.
Dopo 11 giornate di campionato la Lazio è a 25 punti e in coppa è a punteggio pieno con 4 vittorie in 4 partite.
La squadra gioca, vince e convince, lo stadio si riempie e tutto sembra procedere al meglio. La paura di vedere una stagione priva di emozioni sembra già scongiurata.
La ciliegina sulla torta in quest’avvio di stagione è arrivata giovedì con la vittoria contro il Porto.
I ragazzi di mister Baroni sono scesi in campo con la determinazione che ormai da 14 partite li contraddistingue, vincendo una gara incerta fino al 93′ minuto grazie al sesto gol nelle ultime 8 gare di Pedro.
La campagna acquisti, che a inizio stagione sembrava avesse ridotto il bagaglio tecnico dei biancocelesti, si sta ora rivelando più produttiva del previsto.
Nuno Tavares è un treno, miglior assistman in Europa e sgaloppate di 50/60 metri palla al piede che lo rendono uno dei terzini più interessanti in circolazione, Dia e Castellanos sono complementari come 2 pezzi di un puzzle, Pedro che sembra ringiovanito di 20 anni, Zaccagni sempre più capitano con Rovella e Guendouzi che formano una coppia di centrocampo finora devastante.
Insomma l’orchestra messa a punto da Baroni sembra avere tutti gli strumenti necessari per costruire qualcosa di grande, ma la stagione è lunga e i biancocelesti devono ancora dimostrare molto.
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di Alessandro Calabrese
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