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La guerra dei dazi tra Cina e Stati Uniti colpirà anche il cinema? Hollywood nel mirino!

di Redazione Network NCI

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La guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti è tornata a infiammarsi nel 2025, con il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. Appena insediatosi per il suo secondo mandato, Trump ha annunciato un nuovo pacchetto di dazi contro centinaia di prodotti cinesi, giustificandolo con la necessità di “proteggere l’industria americana” e “riequilibrare” una relazione commerciale che, secondo lui, penalizza gli Stati Uniti. La risposta della Cina non si è fatta attendere.

 

Pechino prepara la risposta ai dazi americani

Secondo quanto riportato dall’account WeChat Niutanqin, affiliato all’agenzia di stampa statale Xinhua, Pechino avrebbe già preparato almeno sei misure di ritorsione contro le nuove tariffe imposte da Washington. Tra queste, spicca una mossa dal forte valore simbolico e strategico: il possibile bando totale dei film statunitensi in Cina.

Ecco quali sono le misure anticipate da Niutanqin:

  1. Aumenti significativi delle tariffe sui prodotti agricoli americani come soia e sorgo.
  2. Divieto di importazione di pollame statunitense in Cina.
  3. Sospensione della cooperazione sino-americana su questioni legate al fentanyl.
  4. Contromisure nel settore del commercio dei servizi.
  5. Divieto di importazione di film americani in Cina.
  6. Indagini sui benefici in materia di proprietà intellettuale delle aziende statunitensi operanti in Cina.

Il cinema statunitense nel mirino

Il punto 5, che riguarda il divieto d’importazione dei film statunitensi, rappresenta una misura di grande impatto. Il mercato cinematografico cinese è il secondo al mondo, e per Hollywood costituisce una fonte rilevante di guadagni. Film blockbuster come quelli dei franchise Marvel, “Fast & Furious” o “Avatar“, incassano miliardi di dollari anche grazie alla distribuzione in Cina. Un bando totale metterebbe in seria difficoltà le major americane, che già affrontano un mercato interno sempre più competitivo e incerto.

Questa misura sarebbe anche un segnale politico forte, dato il potere del cinema come strumento di soft power. Colpire Hollywood significa colpire uno dei simboli più riconoscibili dell’influenza culturale americana.

La guerra dei dazi, nata anni fa sotto la prima presidenza Trump e riesplosa ora nel 2025, si sta trasformando sempre più in una battaglia in cui cultura, tecnologia e diplomazia si intrecciano in modo indissolubile.

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Articolo di Mattia Rea

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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