Roma scopre di avere una Gioconda nascosta in una delle camere di Montecitorio. E no, non è la trama di un film. Dalle analisi si è evidenziato che il quadro proviene dal ‘500, gli anni in cui Leonardo Da Vinci era ancora in vita. La Gioconda in questione, inoltre, presenterebbe correzioni identiche all’originale.
Come riporta La Repubblica, ora anche Roma, così come Parigi, possiede una Gioconda. L’opera è stata ritrovata in un deposito di Montecitorio, al quale è stata concessa dalla Galleria nazionale d’arte antica di palazzo Barberini nel 1925. Secondo il questore della camera, Francesco D’Uva: “Si tratta di una copia del quadro del Louvre realizzata dalla bottega di Leonardo, forse addirittura con la sua stessa collaborazione”.
La copia, quindi, stando a quanto dichiarato dal questore, potrebbe essere opera del maestro Leonardo Da Vinci in persona. Il dipinto si trovava su una tavola, e nel ‘700 fu staccato dal suo supporto originario per essere esposto nella Sala Aldo Moro di Montecitorio.
La Gioconda “romana” apparteneva ad una nobile famiglia romana, la famiglia Torlonia, dalla quale oggi prende il nome. Quarant’anni dopo, però, divenne patrimonio dello Stato, entrando, così, nelle mura di Montecitorio. I Torlonia, erano una famiglia di mercanti di tessuti che incrementarono il loro potere all’interno della città, grazie alle solide relazioni sociali intraprese nel tempo, fino ad arrivare alla fondazione di una banca. Con il tempo la parola Torlonia divenne sinonimo di smodata ricchezza.
Secondo due esperti, Antonio e Maria Forcellino: “Gli allievi del maestro (Leonardo) impiegarono colori della sua tavolozza e le velature negli incarnati e nel paesaggio sono di una trasparenza che echeggia in maniera puntuale la tecnica esecutiva di Leonardo operata nel dipinto del Louvre”. Gli esperti in questione, nelle loro dichiarazioni, si spingono fino ad ipotizzare che lo stesso Leonardo abbia messo mano nella stesura del dipinto. Non mancano, però, pareri discordanti che indicano il dipinto come un’opera di media qualità, che non denota l’impronta di una mano eccelsa come quella di Leonardo.
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di Antonio Stiuso
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