di Nicolò Bacchi
“She’s back“. Mai frase fu più adatta a descrivere la quarta stagione de “La fantastica signora Maisel“, finalmente tornata ai massimi livelli dopo il “fallimento” della precedente. Nonostante le indubbie qualità, gli episodi della terza stagione avevano lasciato intravedere un grande vuoto dentro l’incredibile struttura costruita da Amy Sherman-Palladino; gag già viste, sempre meno contenuto, e tanti momenti vuoti per riempire i buchi lasciati dalla sceneggiatura. Neppure la favolosa ambientazione anni ’50 è riuscita a nascondere questi problemi.
Il pregio più grande della nuova stagione dello Show di Prime Video è senza dubbio la capacità di sapersi rialzare dopo una caduta, proprio come la sua protagonista. Nonostante in molti davano ormai per spacciate le possibilità di rivedere Mrs. Maisel e compagni in forma come un tempo, con un colpo di mano Sherman-Palladino ha calato l’asso, regalandoci una quarta stagione godibile e leggera, seppur con qualche pecca. Andiamo quindi a vedere la nostra recensione.
Signora Maisel, lei mi è caduta sul più bello!
Ripercorrendo brevemente le passate stagioni de “La fantastica signora Maisel“, è evidente come l’altalena di emozioni che rappresenta non abbia mai smesso di oscillare. Prima tranquilla mogliettina, poi la separazione, l’inizio della carriera come comica, i successi e i fallimenti, e infine il culmine, raggiunto grazie al cantante Shy Baldwin (Leroy McClain). L’avevamo abbandonata così, in mezzo ad una pista di atterraggio, scaricata dalla star dopo uno spettacolo.
È proprio vicino a quella pista che la ritroviamo, mentre infreddolita se ne torna a casa insieme alla sua manager Susie Myerson (Alex Borstein). Il primo episodio ci mostra le fasi del “lutto”, con la protagonista, interpretata da un’impeccabile Rachel Brosnahan, impegnata a ricominciare la sua vita da madre. Ma per Miriam “Midge” Maisel è difficile rimanere troppo tempo lontano dai riflettori, e in poco tempo eccola alla ricerca di un nuovo lavoro, questa volta in ambienti più modesti.
Un plauso particolare è da rivolgere proprio verso Rachel Brosnahan, sempre a suo agio nei panni della nostra Midge. Anche nei momenti più bassi o complicati, con situazioni al limite dell’assurdo e molto teatrali, l’attrice recita sempre in maniera impeccabile; a testimoniare la forza del connubio Maisel–Brosnahan anche i Golden Globe vinti nel 2018 e nel 2019 come miglior attrice in una serie comica, vanto assoluto del programma.
Tornando alla serie vera e propria, Mrs. Maisel si trova più volte a dover prendere delle decisioni per il suo futuro. I suoi errori e il tono ironico con cui Midge guarda in faccia la realtà sono il simbolo del programma. Dal lavoro allo strip club (in cui è “una spogliarellista che non si spoglia”), fino alle sbandate per diversi uomini, la protagonista diventa più volte vittima degli eventi, uscendo dal vortice solo grazie alla sua forza di volontà.
La forza di chi ci circonda
Nonostante i complimenti vadano rivolti soprattutto alla protagonista, un plauso particolare va anche ai personaggi secondari dello show; prima fra tutti, Alex Borstein. Nonostante il ruolo più marginale e indipendente da Midge rispetto alle precedenti stagioni (caratteristica che accomuna tutti i personaggi in verità), la Susie Myerson di Borstein riesce sempre a non sfigurare in scena, anche in mezzo ad attori di un certo calibro.
A meritarsi gli applausi, su tutti, è anche Tony Shalhoub, che veste i panni del padre di Miriam, Abe Weissman. La sua presenza è altalenante all’interno della stagione, apparendo inizialmente come un personaggio centralissimo per la storia. Successivamente, con l’avanzare degli episodi, quasi scompare, relegato a semplice comparsa, salvo poi tornare in pompa magna nell’ultimo episodio. Cambi di rotta che quasi infastidiscono, ma che vengono eclissati dal finale, umano e sincero, interpretato alla perfezione da Shalhoub.
Un ultima nota per Luke Kirby, interprete del comico realmente esistito Lenny Bruce. L’attore rende alla perfezione l’immagine del compianto Bruce, morto per overdose di morfina a soli 40 anni. Il dramma interiore di un uomo combattuto e pentito viene portato su schermo con maestria da Kirby, senza ricadere però nel patetico o nel tragico. Peccato per il suo limitato utilizzo, forse per non rubare la scena alla protagonista della storia.
Non tutto è oro quel che luccica, Mrs. Maisel
Sarebbe stato molto bello potersi fermare ai problemi marginali, ma la quarta stagione de “La fantastica signora Maisel” ha più di qualche difetto secondario. Primo fra tutti la parte comica, praticamente inesistente al di fuori degli spettacoli sul palco. Alcuni tentativi sono stati fatti, ma risultando spesso troppo esagerati o teatrali. Un esempio? La scena nella ruota panoramica, divertente per i primi 30 secondi, ma decisamente troppo lunga e “tirata”.
La scelta di limitare le scene di umorismo può anche essere apprezzata, ma una serie che si definisce comica non può decidere di voltare pagina in maniera così improvvisa. Fortunatamente, a salvare almeno in parte le apparenze, ci pensano i momenti di esplicita comicità, come le esibizioni nei locali dei protagonisti, che seguono le orme delle stagioni precedente in fatto di risate.
L’altro grande problema della quarta stagione è rappresentato dalle trame secondarie. Nonostante i notevoli ed interessantissimi spunti, come il lavoro del padre di Midge al The Village Voice o il re-incontro con Sophie Lennon (Jane Lynch), tutte le storie parallele vengono semplicemente accennate, per poi essere abbandonate o chiuse in fretta e furia. Viene da chiedersi se non fosse soltanto sufficiente ignorarle, per evitare anche notevoli e giustificate richieste di chiarimenti da parte dei fan.
Conclusioni
La quarta stagione de “La fantastica signora Maisel” sembra aver ritrovato parte della sicurezza persa durante la precedente. Rachel Brosnahan rimane perfetta per il personaggio che si trova ad interpretare, così come Alex Borstein, e in generale tutto il cast. L’ambientazione anni ’50 ci riporta nel passato, facendo sognare un’epoca ormai passata.
Restano però alcuni problemi dalla scorsa stagione: l’umorismo al di fuori degli spettacoli è spesso deludente, e a tratti sparisce del tutto dalla sceneggiatura. Altro difetto sono le trame secondarie troppo marginali, appena accennate e spesso dimenticate. Peccato soprattutto per alcune, in grado di portare freschezza ad una serie che inizia a finire la propria.
In attesa della quinta stagione, che dovrebbe concludere l’intera serie, “La fantastica signora Maisel” è il programma perfetto per chi vuole trovare una valida alternativa ai prodotti più gettonati. Tra ambientazioni perfette e tanto umorismo, almeno nelle prime due stagioni, la qualità è assicurata. I nuovi episodi confermano queste qualità, soltanto appannate in alcuni casi, introducendo anche numerose strade per il finale.
Pro
- La prova attoriale dei protagonisti, prime su tutti Rachel Brosnahan e Alex Borstein;
- Un buon uso dei personaggi secondari, mai troppo invadenti;
- Realismo e dramma.
Contro
- Trame secondarie accennate e poi concluse in fretta o per nulla;
- Umorismo che a tratti scompare totalmente.
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Articolo di Nicolò Bacchi
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