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La carriera di David Lynch in poche parole

di Agostino Lenzi

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Giovedì 16 gennaio 2025 il mondo del cinema saluta David Lynch, uno dei più grandi innovatori di Hollywood. Premiato quattro volte agli Oscar, Lynch è stato il regista di opere straordinarie come Velluto Blu, Mulholland Drive, Eraserhead, Cuore selvaggio, The Elephant Man. Tra i progetti che lo hanno reso più famoso c’è anche la serie televisiva Twin Peaks.

La carriera di David Lynch

Nato il 20 gennaio 1946 nel Montana, Lynch ha iniziato la sua carriera nel cinema realizzando cortometraggi negli anni Sessanta. Il primo film di Lynch, “Eraserhead” 1977, è diventato un cult, che è riuscito a cambiare profondamente la cultura cinematografica. Ma il vero successo è arrivato con il film “The Elephant Man”, una struggente storia sulla vita di John Merrick, un uomo deformato ma molto intelligente, durante l’Inghilterra vittoriana.

Dopo il successo di “The Elephant Man” la carriera di Lynch prende lo slancio nel 1984 con l’adattamento del libro Dune, il celebre romanzo di fantascienza di Frank Herbert. Il film, grazie alla sua visione visivamente audace, è riuscito ad attirare l’attenzione nonostante non sia stato un grande successo commerciale.

Il trionfo continua nel 1986 con il film “Velluto Blu”, un thriller psicologico, che si è reso famoso grazie all’atmosfera noir e i suoi personaggi ambigui. Nel 1989 invece Lynch ha diretto e creato la serie “Twin Peaks”, che mescola poliziesco, soap opera, mistero e horror creando una delle produzioni più di successo della storia. Twin Peaks è riuscito a raggiungere le due stagioni e un revival nel 2017.

La carriera di Lynch continua nel 1990 con “Cuore selvaggio” un thriller romantico con Nicolas Cage, che ha ricevuto anche il premio della Giuria a Cannes. Lynch negli ultimi anni è riuscito a farsi adorare dai fan grazie ai suoi video in stile “Bollettino meteo”, in cui condivideva la temperatura e il tempo da casa sua in California.

I premi del regista

David Lynch nella sua carriera ha sfidato le convenzioni stilistiche, proponendo delle opere che mettono insieme il surreale al quotidiano ottenendo molti premi. Infatti il regista statunitense ha vinto l’Oscar nel 1980 per “The Elephant Man” nel 1986 per “Velluto Blu” e per “La strada per Mulholland” nel 2001. Nel 2020 il regista ha ottenuto anche l’oscar onorario dall’Academy per aver cambiato il cinema moderno.

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