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Kraven – Il Cacciatore, la recensione: caccia (mancata) al successo

di Nasce Cresce Ignora

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Dopo una lunga attesa e un percorso travagliato, “Kraven – Il Cacciatore”, l’ultimo capitolo dello Spider-Verse di Sony, arriva (finalmente!) nelle sale. Purtroppo, però, non riesce a scrollarsi di dosso i difetti dei suoi predecessori, come Venom (e sequel), Morbius e Madame Web.

Nonostante un potenziale non indifferente, il film si assesta su una narrazione prevedibile e poco incisiva, risultando godibile solo a tratti e incapace di ribaltare le aspettative, come dimostrato dalla decisione di Sony, come riportato anche da “The Wrap”, di proiettarlo in 3.000 sale negli Stati Uniti, ben 1.000 in meno rispetto a Venom 3.

La trama: cattivi si diventa

La storia ruota attorno a Sergei Kravinoff (Aaron Taylor-Johnson), noto come Kraven il Cacciatore, impegnato in una missione personale per eliminare i potenti e i corrotti, simili al suo crudele padre Nikolai (Russell Crowe).

La narrazione inizia con Kraven intento a “depennare” un nome dalla sua lista in una prigione. Questo evento porterà delle ripercussioni, spingendo il film a tornare indietro nel tempo per svelare le origini del personaggio. Attraverso un flashback, scopriamo una famiglia disfunzionale: una madre prematuramente scomparsa, un padre tirannico e un fratello, Dmitri, unico legame affettivo reale di Sergei.

 

Kraven

 

La trasformazione in Kraven avviene durante una caccia a un leggendario leone. Ferito gravemente, Sergei viene salvato da Calypso, che lo cura con una pozione. Dopo tre minuti di “morte”, il protagonista si risveglia con abilità straordinarie, una connessione profonda con la natura e una forza sovrumana. Sopraffatto dalla crudeltà del padre, Sergei fugge, lasciando però Dmitri alla mercé di Nikolai.

Anni dopo, ormai divenuto il temuto Kraven, Sergei intraprende una missione per salvare Dmitri, rapito da un avversario pericoloso: Rhino. Da qui si sviluppa una trama ricca di azione, sangue (il film è classificato R-Rated) e lotte contro nemici insidiosi, culminando in un finale sorprendente che regala il primo vero assaggio del Kraven dei fumetti.

Le pecche dello Spider-Verse Sony

“Kraven – Il Cacciatore” cerca di distinguersi dai precedenti capitoli dello Spider-Verse ma rimane ancorato agli stessi difetti. La narrazione è frenetica, con cambi di scena troppo rapidi che sacrificano lo sviluppo dei personaggi e della trama. Nonostante l’enorme potenziale di figure iconiche come Kraven e Rhino, il film manca di profondità e originalità, risultando un’occasione sprecata.

Ah, e non rimanete in sala dopo la fine del film, non ci sono titoli di coda.

 

Kraven

PRO:

-Il finale del film;
-L’interpretazione dei vari protagonisti (Russell Crowe su tutti).

CONTRO:

-Film troppo veloce;
-La banalità che ha contraddistinto lo Spider-Verse Sony;
-L’aver sprecato un personaggio importante come Rhino.

“Kraven – Il Cacciatore” è l’ennesima dimostrazione di come lo Spider-Verse Sony fatichi a trovare la giusta formula. Nonostante un finale che riscatta parzialmente il film, resta un capitolo deludente, incapace di valorizzare appieno il potenziale del personaggio e del suo universo.

Voto: 5+

 

Articolo di Flavio Santini

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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