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“Killers of the Flower Moon”, la recensione: Martin Scorsese è tornato!

di Alessandro Marasco

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Il 19 ottobre è approdato nelle sale italiane “Killers of the Flower Moon”, l’ultimo lavoro del cineasta Martin Scorsese che porta in scena un’incredibile storia americana.

Killers of the Flower Moon, una storia Americana

“Killers of the Flower Moon” è un adattamento cinematografico dell’omonimo libro del 2017 di David Grann, diretto da Martin Scorsese e scritto insieme ad Eric Roth, la pellicola vede come protagonisti Leonardo Di Caprio, Lily Gladstone e Robert De Niro accompagnati da un numeroso cast composto da: Jesse Plemons, Brendan Fraser, Tantoo Cardinal, John Lithgow e molti altri. Ambientata nell’Oklahoma degli anni ’20, l’opera narra di una lunga serie di misteriosi omicidi ai danni della tribù degli Osage, un clan di nativi americani stanziatisi in un territorio ostile ma sorprendentemente ricco di petrolio.

Proprio per questo motivo, gli Osage non sono una tribù dagli antichi usi che si sottomette al potere dell’uomo bianco, tutt’altro, essi costituiscono i più alti vertici della società in cui vivono, specialmente in termini economici. Assistiamo così ad una narrazione che avviene in un contesto completamente ribaltato rispetto a quello dell’America degli anni’20, una microsocietà nella quale  i tanto seviziati nativi americani sono rispettati, o almeno così sembra. In un clima di tensione sociale mal celata, si scatenano dei violenti avvenimenti, ai quali pare che nessuno abbia intenzione di porre rimedio.

 

Grandi interpretazioni e grandi personaggi

Questa è la grande narrativa nella quale si muovono i nostri controversi protagonisti: Ernest Burkhart (Leonardo Di Caprio), William Hale (Robert De Niro) e Mollie (Lily Gladstone). Ernest è un giovane reduce di guerra non molto sveglio al quale verrà consigliato di unirsi in matrimonio con Mollie, una facoltosa ragazza appartenente ad una delle famiglie più importanti degli Osage. Ad orchestrare la loro unione troviamo William Hale, interpretato magistralmente da un monumentale Robert De Niro, ormai alla decima collaborazione con Scorsese, l’attore fornisce un’incredibile prova, rubando la scena ai suoi comprimari, interpretando un uomo meticoloso nel suo essere spietato. Egli decide le sorti del matrimonio tra il nipote e Mollie, utilizzando Ernest come pedina del suo piano e rendendo il rapporto tra i due folle e malato.

Leonardo Di Caprio si riconferma un attore di grande talento, modificando radicalmente la sua espressività appositamente per il ruolo. Il suo è un personaggio rude, violento e diviso tra l’amore per sua moglie e il rispetto per suo zio, che si rifugia in un’ingenuità autoindotta e nell’alcolismo. Assolutamente eccezionale è anche la prova attoriale di Lily Gladstone, nei panni di una donna sempre più avvelenata dal proprio dramma familiare, dal suo matrimonio e da una misteriosa malattia che la costringe ad un lento decadimento organico dalle dubbie origini.

 

Killers of the Flower Moon, un film sulla violenza

“Killers of the Flower Moon” non è semplicemente un “film violento”, quanto più un “film sulla violenza”, una dimostrazione dell’odio e dell’indifferenza che sublimano in atti di ferocia inaudita. L’ultima fatica di Scorsese non ha scene smaccatamente action, spesso le morti, i terribili omicidi, sono messi in scena con un distacco quasi documentaristico e talvolta non sono mostrati. Il film non crea tensione da uno scontro fisico, quanto più da quell’incredibile truculenza celata allo sguardo dello spettatore e a quello dei protagonisti, come se gli Osage stessero combattendo un nemico invisibile e fin troppo radicato. In questo senso, la pellicola rientra in quella tipologia di opere strettamente personali, spesso caratterizzate dal trattamento di temi cari all’autore, come “L’ultima tentazione di Cristo” o “Silence”.

 

 

La sapiente mano di un grande regista

“Killers of the Flower Moon” è una grande storia messa in scena con un comparto tecnico incredibile, con movimenti di macchina eccelsi che si alternano ad inquadrature geometriche e distorsioni visive che rendono la pellicola una vera gioia per gli occhi, il tutto impreziosito da una fotografia sublime. Impossibile non lodare il grande lavoro di scrittura fatto da Martin Scorsese ed Eric Roth, i due sono riusciti a creare una narrazione che potesse racchiudere la tensione di un thriller e il dramma familiare con un vago retrogusto da gangster movie, dilettandosi nel raccontare la storia in modi atipici, specialmente sul finale. Il film non presenta svariate criticità se non nella durata di 3 ore e 26 minuti, un minutaggio inconsueto che non deve scoraggiare lo spettatore, poiché la pellicola gode di un ottimo ritmo, costante dall’inizio alla fine grazie alla densità di eventi che si susseguono.

 

 

Killers of the Flower Moon – L’ultima indagine sulla storia di una nazione

Scorsese ci ha mostrato, nel corso del tempo, la sua indagine sulla storia dell’America, adattando per il grande schermo svariate sceneggiature che ne potessero eviscerare ogni sua ipocrisia: dall’alienazione di “Taxi Driver”, passando per il desiderio di fama di “King of Comedy”, senza dimenticare gli eccessi di “The Wolf of Wall Street” e la violenza di “Quei Bravi Ragazzi” e “Mean Streets”. Un’autore che ha saputo ricreare un immaginario generale della propria nazione tramite la sua cinematografia, arricchita da “Killers of the Flower Moon”, forse l’opera più politica del cineasta, che mostra il marcio dell’America bianca che uccide e avvelena il popolo natio, macchiando il territorio di sangue e petrolio.

“Killers of the Flower Moon” è una storia mai narrata che fa luce sulle origini di un Paese apparentemente perfetto, ma che nasconde in grembo alcuni dei più grandi eccidi della storia, non tutti ben conosciuti. Scorsese decide di denunciare pubblicamente il razzismo e l’insensibilità di una nazione, creando un’opera spaventosamente attuale.

Pro

  • Regia, montaggio, fotografia di alto livello, con scelte eleganti e ricercate che confermano il talento ed il gusto di un grande maestro del cinema;
  • Sceneggiatura molto solida, con ritmi ben calibrati per una narrazione pregna di eventi;
  • Grandi interpretazioni da parte di tutto il cast;
  • Finale di grande impatto con un’interessante colpo di scena;

Contro

  • La durata del film potrebbe scoraggiare lo spettatore medio;

E voi andrete a vedere il nuovo film di Martin Scorsese? Sperando che questa recensione vi sia piaciuta vi invitiamo a tener d’occhio Nasce, Cresce, Streamma per altre news sul mondo del cinema e non solo.

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