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L’Italia si sta allineando sempre di più con le grandi avanguardie del futuro, specialmente in termini di welfare e servizi per i cittadini. Anche la Pubblica Amministrazione, spesso criticata per i tempi prolissi e l’eccessivo burocratismo, sembra voler tenere il passo col futuro, investendo fortemente sulle nuove tecnologie digitali.
SPID, cloud, cybersecurity, raccolta e trattamento dati: tutti termini che ormai sono diventati di uso comune e che hanno cambiato drasticamente il modus operandi della nostra PA. Vediamo nello specifico quali sono gli investimenti fatti e quanto stanno costando all’Italia in termini economici.
Il diktat dei prossimi anni è chiaro: il futuro va costruito con un programma di investimenti dettagliato ed efficiente. Le nuove tecnologie digitali saranno una parte fondamentale della vita pubblica degli Stati moderni e l’Italia deve necessariamente seguire questa direzione.
Per questo motivo, nel 2022 il Governo ha speso circa 7 miliardi di euro per potenziare il sistema informatico della Pubblica Amministrazione: un incremento del 5% rispetto al 2021. Questi numeri, registrati dall’Agenzia per l’Italia Digitale, sono destinati a crescere nel prossimo triennio. I 7 miliardi sono stati investiti con un occhio di riguardo per le piattaforme e le infrastrutture digitali. Queste occupano quasi il 70% della spesa, ma senza lasciare indietro i sistemi di trattamento dei dati personali e la sicurezza informatica.
La digitalizzazione interesserà anche le istituzioni, che si doteranno di modernissimi sistemi di cybersecurity contro gli attacchi degli hacker e la sanità, che invece punterà fortemente sulla cartella clinica elettronica (CCE).
L’introduzione più innovativa è sicuramente lo SPID, ossia il sistema pubblico di identità digitale. Quest’ultimo è andato a rimpiazzare il classico sistema di login basato su username e password ed è utilizzabile per accedere a tutti i servizi pubblici. Anche le carte d’identità tradizionali stanno ormai scomparendo dalla circolazione, sostituite dalle più moderne carte d’identità elettroniche (CIE).
Particolarmente diffuso è il sistema dei cloud, delle enormi banche dati che permettono di conservare un gigantesco numero di informazioni direttamente sul server centrale. Il vantaggio di questo sistema è che tutti i dispositivi connessi al cloud possono accedere ai suoi contenuti in maniera totalmente autonoma. Attualmente ne fanno uso il 100% delle amministrazioni locali, il 95% delle Regioni e Province autonome, l’89% delle PA centrali.
Anche il sistema anagrafico è stato completamente rivoluzionato, dato che ora basta accedere sull’apposito portale online col proprio SPID o CIE per ottenere tutti i certificati pubblici su di sé o su di un membro della propria famiglia. In questo modo i cittadini possono finalmente evitare le interminabili file allo sportello dell’ufficio comunale e, soprattutto, potranno fare a meno di pagare l’apposito bollo.
Il futuro dell’Italia è indubbiamente orientato verso il digitale. Occhio, però, a sottovalutarne i rischi: lo sviluppo delle piattaforme e dei servizi deve essere coadiuvato da un’eccellente sistema di difesa contro gli attacchi esterni, che al giorno d’oggi sono sempre più frequenti e precisi.
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