di Redazione Network NCI
In Italia entro il 2050, le famiglie cambieranno profondamente volto. Secondo le ultime previsioni demografiche diffuse dall’ISTAT, aggiornate al 2024, oltre il 41% dei nuclei sarà formato da una sola persona, una crescita significativa rispetto all’attuale 36,8%. Le famiglie tradizionali, composte da coppie con figli, diminuiranno drasticamente: saranno solo una su cinque, mentre oggi rappresentano ancora tre su dieci. Questo progressivo ridimensionamento coinvolgerà anche il numero medio di componenti per famiglia, destinato a scendere da 2,21 a 2,03. Un fenomeno che coinvolgerà in particolare la fascia degli over 65, che vedrà aumentare di quasi due milioni il numero di anziani che vivranno da soli, passando da 4,6 milioni a 6,5 milioni.
Famiglie e Italia in calo: meno abitanti, meno lavoratori
Il cambiamento nella composizione delle famiglie si inserisce in un quadro generale di calo demografico che interesserà tutto il Paese. L’ISTAT stima che entro il 2050 la popolazione residente scenderà dagli attuali 59 milioni a 54,7 milioni, segnando una perdita di oltre 4 milioni di persone. La diminuzione sarà lenta ma costante, influenzata anche dalla riduzione della natalità e dall’invecchiamento della popolazione. A preoccupare è anche il calo della popolazione in età lavorativa: nella fascia 15-64 anni, si prevede un crollo da 37,4 a 29,7 milioni. Un dato che potrebbe mettere sotto pressione il mercato del lavoro e i sistemi di welfare, in un contesto dove la forza lavoro si assottiglia mentre aumenta il bisogno di assistenza.
Sud e agricoltura trainano la ripresa occupazionale
Nonostante un quadro demografico critico, il 2024 mostra segnali incoraggianti sul fronte economico. L’occupazione è cresciuta in media dell’1,6% in Italia, con il Sud in testa grazie a un incremento del 2,2%. Bene anche il Centro (+1,8%) e il Nord-ovest (+1,6%). Il settore dell’agricoltura, silvicoltura e pesca si conferma vitale, con aumenti sia nella produzione (+0,6%) sia nel valore aggiunto (+2%). L’Italia conquista così il primo posto in Europa per valore aggiunto agricolo, con 43 miliardi di euro, pari al 18,4% del totale UE. Un comparto che, in un’Italia che invecchia e si riduce, continua a generare crescita e occupazione.
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Articolo di Biagi Linda
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