Razzi su Israele (Shutterstock)
Il 17 ottobre 2023 l’ospedale Al-Ahli di Gaza è stato colpito da una bomba a grappolo, causando almeno 500 morti e centinaia di feriti. Hananya Naftali, un portavoce di Netanyahu, in un primo momento ha pubblicato (e subito dopo cancellato) un tweet in cui si rende noto che a bombardare l’ospedale è stata l’Air Force israeliana. Lo stesso portavoce ha subito dopo pubblicato un tweet riferendosi all’accaduto come “una misteriosa esplosione” e dopo qualche ora, sempre dal suo profilo twitter, ha chiesto scusa per aver ‘falsamente accusato Israele’, in quanto certo che la difesa israeliana non bombardi gli ospedali.
Subito dopo il disumano bombardamento sull’ospedale Al-Ahli di Gaza, è cominciato un vero e proprio scambio di accuse tra Israele e Hamas. Secondo il The Jerusalem Post, le forze di difesa israeliane hanno incolpato la Jihad islamica, presentando anche un audio in cui si sentono dei militanti di Hamas rivendicare la paternità dell’attentato. D’altra parte, però, i social si sono infuocati dopo che un portavoce israeliano, Hananya Naftali, ha pubblicato e poi cancellato un tweet in cui diceva esplicitamente che l’Air Force israeliana aveva distrutto una base di terroristi di Hamas, proprio all’interno dell’ospedale di Gaza.
Ma non è finita qui! Dopo aver cancellato questo tweet, ne è comparso un altro, sempre sul profilo del portavoce, in cui si riferisce all’accaduto come ‘una misteriosa esplosione’ e che molto probabilmente è uno stratagemma di Hamas per attirare l’attenzione e ottenere il supporto internazionale.
Alcune ore dopo il portavoce israeliano si è reso conto dell’impatto mediatico delle sue dichiarazioni e ha pubblicato un ulteriore tweet. Questa volta, per dire di aver falsamente accusato Israele per l’attacco all’ospedale. Hananya Naftali chiede scusa e dice di essersi sbagliato. Dice di aver commesso questo errore perché convinto che Israele stesse puntando ad una base di Hamas e aggiunge che le forze di difesa israeliane non potrebbero mai bombardare un ospedale.
Oltre a questo polverone mediatico, restano i morti e lo strazio di chi si trovava vicino al luogo dell’accaduto. Bombardare un ospedale è un crimine di guerra, e chiunque sia stato, si spera, pagherà.
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