Domani, martedì 24 ottobre, tutte le donne dell’Islanda sciopereranno. No, non è l’incipit di un film o di un romanzo, ma la realtà. Tutte le donne, capitanate dalla Prima Ministra Katrín Jakobsdóttir, daranno un segnale forte per la parità di retribuzione e contro la violenza di genere.
Domani le donne islandesi sciopereranno da tutte le proprie mansioni, siano essere lavoratrici o casalinghe. Vi parteciperà anche la Prima Ministra, che vuole manifestare così la propria solidarietà alle donne islandesi. Le cause di questo sciopero sono la disparità salariale e ovviamente, la lotta alle violenze di genere.
Nonostante lo sciopero, l’Islanda negli ultimi anni è stato, secondo un report stilato dal World Economic Forum, il Paese in cui più ci si è avvicinati ad una parità di genere anche dal punto di vista retributivo, anche se permangono purtroppo delle eccezioni. Questa non è la prima manifestazione simile in Islanda, anche se l’ultimo sciopero “totale” risale al 1975. La speranza è che, a partire proprio da un Paese civile e in cui il problema è, perlomeno rispetto al resto del mondo, più circoscritto, anche nel resto del pianeta la situazione possa drasticamente migliorare.
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Articolo di Pietro Magnani
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