Il caldo estremo non colpisce solo la nostra pianura Padana. Ovviamente, anche altri territori del mondo subiscono gli effetti del cambiamento climatico; a volte, però, qualcosa di così nocivo può essere complice di grandi scoperte. Un caso del genere è avvenuto nel bacino idrico di Mosul, in Iraq, dove la siccità ha permesso all’antica città di una civiltà perduta nel tempo di emergere…
Si tratta della zona adiacente al celeberrimo fiume Tigri, nell’antica Mesopotamia. Ben 2000 anni prima della nascita di Cristo, quell’area non era abitata solo da Sumeri e Babilonesi, ma vi erano diverse altre civiltà. Tra queste, abitavano la zona anche i Mitanni, una popolazione della Mesopotamia settentrionale che ebbe il suo momento di massima espansione solo intorno al 1500 avanti Cristo.
La città emersa nell’attuale bacino idrico, secondo gli esperti, pare risalga proprio a questa antica civiltà, come riportato dalla CNN. Tuttavia, non si sa molto sulla sua esistenza. Tutto quello che attualmente è noto è che all’inizio della loro storia, questa popolazione si scontrò con l’Egitto per il controllo del territorio, stipulando una tregua intorno al 1420 a.C.; successivamente però, caddero prima sotto il controllo degli Ittiti e poi degli Assiri, “scomparendo” così dalla storia.
Secondo Hasan Ahmed Quasim, che ha lavorato al sito fin dalla sua prima scoperta, l’area limitrofa a quella sotto osservazione nasconde centinaia di altri siti archeologici ancora da scoprire sui Mitanni, come ha dichiarato in un’intervista rilasciata ad Art Newspaper. A causa dei problemi politici interni dell’Iraq, però, la zona non è mai stata esplorata a fondo. In più, la mancanza di fondi accademici ha reso gli studi a riguardo impossibili, fino ad oggi.
Gli archeologi sono a lavoro già da mesi per cercare di capire di più sul sito, che è emerso dalle profondità. Si ipotizza che possa trattarsi della città chiamata Zakhiku, un centro commerciale molto importante per l’epoca. Tuttavia, queste sono solo ipotesi, che potranno essere confermate o confutate grazie ad altri ritrovamenti futuri.
Gli archeologi hanno già mappato la città, misurando mura alte sei metri e spesse quasi due. Tra i vari reperti, poi, sono state trovate anche delle tavolette con incisioni cuneiformi; la speranza è di poter trovare nuove informazioni a riguardo dopo averle decifrate, e cercare di fare chiarezza sulle origini di questa antica città.
Le indagini degli esperti sul sito sono in corso dagli anni ’80 quando, proprio per costruire la diga del bacino che la ospita, è avvenuto il ritrovamento. Tuttavia, non era mai capitato che il livello dell’acqua fosse così basso da poter consentire delle indagini accurate. Se da un lato questo episodio ci ha permesso di fare una scoperta di grande importanza, dall’altro dovrebbe far pensare come il cambiamento climatico sia una realtà i cui effetti si fanno sentire sempre di più.
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