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Infanzia negata: bambina di 6 anni trovata prigioniera in casa in Brasile

di Redazione Network NCI

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A Sorocaba, nello Stato di San Paolo in Brasile, una bambina di sei anni è stata trovata segregata in casa, vittima di un’infanzia trascorsa in prigionia. Dal nono mese di vita viveva chiusa in una stanza bianca, priva di stimoli e di cure. Non ha mai frequentato la scuola, non ha ricevuto assistenza medica e non ha imparato a parlare. Gli accertamenti hanno rivelato che si nutriva solo con alimenti liquidi e passava ore davanti a un telefono, usato soprattutto per guardare video pornografici. Il medico legale ha escluso abusi sessuali, ma ha segnalato conseguenze psicologiche e fisiche gravi.

La scoperta delle condizioni della bambina grazie al coraggio dei vicini

Bambina

Bambina (@Shutterstock)

I residenti della zona hanno fatto emergere la vicenda segnalando i comportamenti sospetti e le urla provenienti dall’appartamento. Hanno inoltre denunciato presunti maltrattamenti subiti dalla madre della bambina, che il marito costringeva a rasarsi i capelli, a vestirsi da uomo e a vivere isolata dalla propria famiglia d’origine. Quando le autorità sono intervenute, hanno fatto una scoperta sconvolgente: la bambina dormiva su un materasso condiviso con i genitori e non aveva mai conosciuto nulla oltre le pareti spoglie della stanza. All’interno della casa gli agenti hanno rinvenuto tre cellulari con funzioni limitate ma libero accesso a contenuti inappropriati.

Arresti e indagini in corso

La polizia ha arrestato entrambi i genitori con l’accusa di sequestro di persona, ora indagati dal Dipartimento di difesa delle donne di Sorocaba. La madre, che in passato aveva già abbandonato un altro figlio cresciuto dai nonni, ha negato abusi domestici, mentre il marito ha reagito con ostilità all’arrivo degli agenti. La bambina è stata affidata ai servizi sociali, che seguono il suo recupero medico e psicologico. Gli esperti avvertono che il percorso sarà lungo, ma il salvataggio segna l’inizio di una vita finalmente libera da privazioni.

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Articolo di Biagi Linda

Fonte: Leggo

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