di Enea Bacciocchi
Come ci insegnano fin dalla più tenera età, esistono alcuni animali pericolosi, da cui per tutta la vita dovremmo stare lontani. Tra questi troviamo i grandi felini, i predatori acquatici e i rettili. Tra questi ultimi non può mancare il coccodrillo. Con le sue potentissime fauci e l’attacco in mimetismo, è senza dubbio una della creature più letali del pianeta.
Esistono però delle eccezioni che sono più uniche che rare. Oggi Nasce, Cresce, Ignora vi parla di Babyia, un esemplare vegetariano deceduto alla veneranda età di 75 anni. Il rettile infatti, non mangiava carne e non cercava prede, ma si nutriva solo di fiori e frutta offerti dai devoti.
Babyia era ritenuto di fatto un vero e proprio Dio, venerato al tempio di Ananthapura, nello stato indiano di Kerala. Il coccodrillo viveva nel lago posto di fronte alla struttura sacra ed era trattato da tutti gli abitanti come una divinità.
Come mai un coccodrillo è diventata una divinità?
Nella cultura locale indiana, il coccodrillo costituisce la reincarnazione di un dio e poterlo vedere mangiare il cibo offerto era ritenuto una sorta di benedizione per la propria vita. Considerata la sua dieta a base di fiori, tutto è stato molto più semplice (anche se forse, per lui, meno “appetitoso”). Secondo i monaci del tempio, Babiya passava gran parte del suo tempo all’interno di una grotta, come una guardia che proteggeva un luogo sacro, e veniva fuori solo nel pomeriggio.
Ma la storia non finisce qui. Di fatto, secondo alcune credenze locali, un soldato inglese nel 1945 sparò al coccodrillo e giorni dopo Babiya apparve comunque dalla grotta. Da qui è iniziata la credenza della sua immortalità, fino a pochi giorni fa, quando lo storico esemplare ha perso la vita per vecchiaia.
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