Superman inizialmente era noto in Italia con altri nomi. Le sue storie vennero pubblicate per la prima volta nel nostro Paese un anno dopo l’esordio del suo comic-book negli USA, datato 1939. Arrivò quindi nel “Bel Paese” in epoca fascista con il nome di “Ciclone”…
La diffusione dei fumetti americani su ampia scala avvenne però da noi solo grazie alla Mondadori a partire dal 1954, attraverso il settimanale “Albi del Falco”; il nostro Superman fu ribattezzato per l’occasione “Nembo Kid”, a cui venne però rimossa l’iconica S sul petto.
Queste modifiche furono necessarie perché l’editore riteneva che il personaggio potesse essere confuso con lo “Übermensch” del filosofo tedesco Friedrich Nietzsche, termine tradotto all’epoca proprio in “Superuomo”; oggi invece, si preferisce la denominazione “Oltreuomo”. Eppure, in epoca moderna, è in voga tra gli appassionati una teoria del tutto diversa riguardo la versione italiana del fumetto di Superman, secondo la quale l’eroe protagonista potrebbe non essere il personaggio che tutti crediamo…
Fatta questa doverosa premessa, passiamo a qualche considerazione preliminare. Cominciamo con il dire che il nome “Nembo Kid” non c’entra nulla con Superman; il termine “nembo” sta infatti a indicare una nuvola. Da qui, è facile ricordare che le nuvole non sono una caratteristica dell’Uomo d’Acciaio!
In secondo luogo, è quantomeno bizzarro l’utilizzo del termine “Kid”, dal momento che Clark Kent è in realtà un adulto. Superman non è un ragazzino e nelle sue storie è ben poco interessato al vapore acqueo; alla luce di ciò, perché la scelta è ricaduta proprio su questo nome?
L’ipotesi più accreditata è che i dirigenti della Mondadori dell’epoca, dopo l’enorme successo di “Topolino”, avessero intenzione di proporre fumetti di un altro famoso personaggio statunitense. E la scelta ovviamente non poteva che ricadere sul fumetto più venduto in quegli anni: “Superman”? Ebbene, no. Si trattava di “Shazam”! O meglio, dovremmo dire Capitan Marvel, ma per semplicità faremo riferimento direttamente alla nuova denominazione del personaggio.
E si, perché inizialmente l’alter ego di Billy Batson si chiamava proprio Capitan Marvel, esattamente come il personaggio che debuttò solo successivamente sulle pagine dei fumetti della concorrenza. Per evitare eccessiva confusione, e dopo una lunga serie di (complesse) battaglie legali, la DC Comics decise quindi di rinunciare al nome originale del personaggio in favore della parola magica che da sempre lo caratterizzava.
Lo stesso Capitan Marvel/Shazam (che debuttò negli Stati Uniti nel 1940), nell’intenzione dell’editore era una semplice imitazione di Superman. Gli sceneggiatori però ne fecero un personaggio del tutto originale e in breve tempo iniziò a vendere addirittura più copie del suo “riferimento”; così diventò il fumetto più venduto d’America.
Uno dei punti di forza di questo personaggio era il fatto di essere un bambino; il piccolo Billy, gridando “Shazam!”, si trasforma in un adulto muscoloso e super potente, motivo per cui molti giovani lettori incuriositi ne iniziarono a seguire le avventure. All’epoca il personaggio era ancora edito dalla “piccola” Fawcett, e inevitabilmente ad un certo punto la “grande” DC Comics sporse denuncia per il plagio di Superman. Negli anni successivi le vendite calarono e la Fawcett decise di chiudere “Capitan Marvel” (nel 1953), anche perché l’ultima sentenza era stata a favore della DC e non valeva la pena trascinare ancora la causa nei tribunali.
Ma prima della chiusura dei suoi albi, Capitan Marvel/Shazam era il riferimento (visivo e non solo) di Mondadori per “Nembo Kid”, che era ormai pronto a debuttare in Italia, forte del titolo di fumetto più venduto d’America negli anni precedenti. E non a caso, il nome calzava a pennello! Billy Batson è infatti un ragazzino e la nuvoletta è effettivamente una caratteristica del personaggio.
Siamo dunque arrivati al punto di partenza di questa storia, al 1954, anno di uscita de “Gli albi del falco” e di “Nembo Kid”. La Mondadori, per poterne mantenere l’uscita, dovette quindi orientarsi sulle storie di Superman, dandogli però il nome pensato in origine per Capitan Marvel/Shazam…
Data anche l’estrema somiglianza tra i due personaggi e la quasi totale assenza di notizie da Oltreoceano all’epoca, l’operazione editoriale fu un grande successo; in poco tempo il settimanale di Nembo Kid arrivò a vendere più di 100mila copie per numero. Più del già consolidato “Topolino“!
Per verificare l’ipotesi è stato chiesto più volte alla Mondadori di controllare la corrispondenza estera della casa editrice dei primi anni cinquanta, ma i diretti interessati non hanno mai fornito alcuna risposta circa queste vicende. È ragionevole pensare che probabilmente queste vecchie carte non si trovino più in sede e che magari siano conservate in qualche centro culturale, sempre che non siano andate disperse.
Pertanto questa resta solo e soltanto un’ipotesi (seppur valida), e fino a prova a contraria risulta difficile credere che avremo mai dall’editore una risposta chiara e definitiva a questo interessante quesito.
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