di Redazione Network NCI
Una volta che si è verificato il contatto con un agente patogeno, potrebbe essere troppo tardi per il sistema immunitario reagire. Gli studiosi dei Nature Neuroscience si sono chiesti se il sistema immunitario potesse attivarsi anche solo guardando una persona malata. Dallo studio, realizzato anche grazie alla realtà virtuale, emerge una correlazione fra il sistema nervoso e quello immunitario quando sono esposti a una minaccia infettiva.
Lo studio
Secondo i ricercatori, guidati da Andrea Serino dell’Ospedale universitario di Losanna, una funzione vitale per l’organismo è anticipare il contatto con le minacce. In questo modo sarà possibile reagire prontamente attivando una risposta di “lotta o fuga”. Le malattie sono a tutti gli effetti una minaccia, e pertanto vanno rilevate ed evitate.
Attraverso l’evoluzione le specie sociali hanno sviluppato varie risposte comportamentali, come il distanziamento sociale, volto a prevenire i contatti con i malati. Questo viene definito come “sistema immunitario comportamentale“.
Quando poi uno stimolo esterno entra in contatto con il corpo, si attiva un altro sistema: quello immunitario vero e proprio. Esso comprende sia azioni precoci che tardive, che insieme garantiscono l’eliminazione dei patogeni: si tratta dell’immunità innata e adattiva.
Il quesito è: Il cervello è dotato di un meccanismo di rilevamento precoce e anticipatorio del contatto con possibili infezioni virtuali capace di innescare una reazione nel sistema immunitario?
Per rispondere sono stati esposti vari partecipanti sani a potenziali minacce di infezione utilizzando la realtà virtuale (VR). Sono stati generati dei volti umani che presentavano chiari segni di infezione, i quali si avvicinavano ai partecipanti tramite la realtà virtuale.
Risultati
È emerso che il potenziale contatto attiva una risposta immunitaria, ancor prima del contatto fisico. Ad attivarsi sono soprattutto le aree del cervello fronto-parietali, coinvolte nella percezione dello spazio peripersonale. Si è notato anche un incremento della mobilitazione delle cellule linfoidi innate, cioè le sentinelle del sistema immunitario.
La VR
In questo studio, la realtà virtuale (VR) ha dimostrato di fornire in modo efficiente tali segnali, dimostrando il suo potenziale come approccio per approfondire ulteriormente il legame vitale e complesso tra il sistema nervoso centrale e il sistema immunitario.
Limiti
È utile ricordare che si tratta di uno studio esplorativo, data la mancanza di ricerche precedenti sull’argomento. La generalizzazione dei risultati richiede ulteriori studi, oltre che un campione più vasto. L’esperimento è stato condotto principalmente su giovani adulti, ma il sistema immunitario e la percezione dello spazio peripersonale variano con l’età.
Fonti: Nature Neuroscience e SkyTg24
Articolo di Noemi Barlocco per Nasce Cresce Ignora
© RIPRODUZIONE RISERVATA