Nel futuro leggeremo libri scritti da mani un umane? Probabilmente sì, e a dimostrarcelo è Out0mat‑B13, un’intelligenza artificiale che ha scritto in modo (quasi) autonomo un intero romanzo. L’opera, scritta “a quattro mani” con Rocco Tanica, storico membro del gruppo Elio e le Storie Tese, è presentata come stravagante e comica. Ciò che fa più paura? La difficoltà a distinguere quale parte dei brani è scritta dall’AI, e quale da un autore in carne ed ossa.
Outomat-B13 è un’intelligenza artificiale OpenAI, e dunque prodotta dai finanziamenti di Microsoft e Elon Musk. La macchina è in grado di sfruttare i processi di deep learning, e dunque può leggere la scrittura umana, per riproporre testi scritti in completa autonomia. “Non siamo mai stati sulla Terra”, questo il titolo del romanzo che vede l’alternarsi dell’intelligenza artificiale e Rocco Tanica nella sua realizzazione: l’unico modo per distinguere chi ha scritto cosa, sono i diversi caratteri tipografici. Senza questa differenza sarebbe molto difficile distinguere i due autori.
Sebbene i risultati prodotti dalla macchina siano stupefacenti, è bene ricordarsi che per quanto avanzata possa essere, l’intelligenza artificiale è ben lungi dall’essere futuristica come nelle pellicole hollywoodiane. A ricordarci questo, le parole di Luciano Floridi e Massimo Chiriatti, due scienziati di gran calibro, che a Minds and Machines dichiarano: “GPT-3” -questo l’altro nome dell’IA- “è sicuramente uno straordinario pezzo di tecnologia. Ma è intelligente, consapevole e sensibile come una vecchia macchina per scrivere. L’IA simile a quella di Hollywood si può trovare solo nei film, come gli zombie o i vampiri. Ogni interpretazione di GTP-3 come una forma superiore di intelligenza artificiale è semplicemente fantascienza disinformata”. Dunque, l’IA non è propriamente in grado di comprendere ciò che legge e scrive, ma basa il suo funzionamento sull’inferenza statistica.
“Non siamo mai stati sulla Terra” è un romanzo configurato come un‘intervista tra Tanica e l’Intelligenza artificiale. Le domande, le più varie, proposte dall’autore umano, permettono all’IA di calarsi in ruoli sempre differenti, proponendo risposte ironiche, comiche e affatto banali.
Ma da dove nasce questa idea? “Mi ero interessato all’argomento in passato, quando avevo approfondito la vicenda di Eliza, uno dei primi chatbot creato al Mit. Poi l’interesse si è risvegliato quando ho visto su TikTok il video di un utente che faceva una dimostrazione di testi generati da un’intelligenza artificiale.” afferma Tanica, che si dice attratto da questo nuovo fenomeno tecnologico. Tra i ruoli interpretati dall’intelligenza artificiale troviamo addirittura Dio, “Cosa risponde agli scettici?” chiede Tanica, “Gli scettici esistono perché esisto io” la pronta risposta di GPT-3, nelle veci divine.
Non è la prima volta che viene portato a termine un libro grazie all’intelligenza artificiale: il precedente risale ad un esperimento del 2018, intitolato “1 the road”. il testo è prodotto sulla falsa riga di un romanzo di Kerouac, “On the Road”.
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