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Il Motoball, quando il calcio incontra la passione per le moto

di Elia Mascherini

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Di sport strani, si sa, il mondo è pieno; basti  pensare che esistono delle gare in Finlandia dove bisogna correre con la propria moglie sul groppone, oppure alle corse di cammelli in Australia. Ma tra i più particolari, rientra sicuramente il Motoball, una strana crasi tra il calcio e il motociclismo.

La storia e le regole del Motoball

L’anno preciso della nascita di questo particolarissimo sport non è certo, ma si attesterebbe intorno agli anni ’30 del secolo scorso. Un periodico del 1935, il Popular Science Monthly, riporta infatti di un gruppo di persone intente ad ammaliare la folla giocando una partita di calcio con le moto. Da allora, il Motoball ha continuato a esistere, ritagliandosi la sua fetta di appassionati. In particolare, gode di un discreto seguito in Francia.

Ma scendendo nel concreto, come si pratica questo sport? Il regolamento del Motoball prevede che ci siano due squadre composte da cinque giocatori ciascuna ad affrontarsi; scopo della contesa è riuscire a entrare in possesso della palla, per poi calciarla nelle apposite porte. Le porte sono appunto difese dai portieri, gli unici giocatori che non dispongono di una moto. Infatti, gli altri 4 giocatori devono cercare di arpionare alle moto la palla, il tutto mentre guidano dei mezzi di cilindrata 250 cc. Proprio queste moto hanno delle modifiche particolari, presentano una specie di gancio nella loro parte inferiore; questo “gancio” serve per arpionare la palla, in modo che possa essere portata nelle vicinanze dell’area di rigore. A proposito; a differenza del calcio tradizionale, nel Motoball non si può entrare nell’area di rigore.

Per quanto riguarda la durata di una partita, ci sono regole ben precise a riguardo. Il tempo regolamentare è di 80 minuti a match, diviso in 4 tempi da 20 minuti l’uno con una breve pausa nel mezzo. Infine, un rapido cenno alle misure del terreno di gioco, dove conta soprattutto la lunghezza, che deve essere di 100 metri esatti.

Insomma, si tratta certamente di uno sport inusuale e affascinante, ma anche potenzialmente pericoloso; a voi piacerebbe praticarlo?

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