Il mondo dietro di te, la recensione: la fragilità dell’uomo moderno

Questo dicembre ha visto l’uscita in streaming su Netflix dell’ultimo film di Sam Esmail, dal titolo “Il mondo dietro di te“, così come il romanzo di Rumaan Alam a cui si ispira. Il regista, già noto sul piccolo schermo come creatore della rinomata serie “Mr Robot“, si avvale, per questo lungometraggio, di un cast d’eccezione. Ad interpretare i protagonisti troviamo infatti Julia Roberts, Ethan Hawke, Mahershala Ali e Myha’la Herrold, affiancati da nomi come Kevin Bacon.

La crisi tecnologica del mondo moderno

Amanda e Clay, insieme ai due figli adolescenti, decidono di partire per una vacanza non programmata in una lussuosa casa in affitto a Long Island. Giunti a destinazione, tuttavia, si rendono conto che i dispositivi elettronici non funzionano a causa della connessione internet inspiegabilmente assente. Non passa molto tempo prima che alla porta della famiglia si presentino due sconosciuti, padre e figlia, dalla misteriosa provenienza, che si dichiarano proprietari della casa. Dopo aver chiesto ospitalità a causa di strani eventi che si stanno verificando, le due famiglie iniziano una strana convivenza all’interno della casa. Gli episodi inquietanti si fanno però sempre più frequenti e su larga scala, ponendo i protagonisti davanti a una crisi apparentemente globale. Capire cosa sta succedendo e come sopravvivere all’incombente minaccia non sarà facile, in una realtà ai confini del mondo che conosciamo.

“Il mondo dietro di te” evidenzia la fragilità dell’uomo

Il mondo dietro di te” affronta il tema dell’apocalisse in una chiave realistico-pessimista estremamente moderna, intrecciandolo con l’attualissimo discorso sulla tecnologia. Cosa accadrebbe se fosse proprio ciò su cui abbiamo plasmato le nostre vite la causa della nostra distruzione? Il film compie una forte critica sociale in tal senso, ponendo lo spettatore di fronte a una realtà che gli è reso impossibile ignorare. L’indifferenza, il voltarsi dall’altra parte, è infatti uno dei problemi più gravi che la pellicola evidenzia, così come la sempre più diffusa disinformazione in merito ad ambiti come la politica e l’attualità. Sono proprio queste tendenze a rendere l’uomo vulnerabile, dunque attaccabile senza che se ne renda conto. Sul piano tematico il film richiama a tratti “Mr. Robot“, serie che ha reso celebre il regista e che condivide diverse questioni affrontate da “Il mondo dietro di te“.

 

 

L’egregio cast della pellicola di Sam Esmail

Sam Esmail si avvale di un cast d’eccezione per il suo nuovo lavoro: offrono un’ottima interpretazione i due protagonisti Julia Roberts e Ethan Hawke, nei panni dei due genitori Amanda e Clay. Accanto a loro trova posto un altrettanto eccellente Mahershala Ali, in un ruolo tanto misterioso ed enigmatico quanto flemmatico e avveduto. A completare il quartetto dei protagonisti è Myha’la Herrold, anch’ella perfettamente in linea con il personaggio di Ruth, figlia di G. H.. Degna di nota, infine, oltre alle interpretazioni dei giovani Charlie Evans e Farrah Mackenzie, è la breve comparsa di Kevin Bacon, presente quasi esclusivamente nell’ultimo atto. Emblema di uno stereotipo criticato dal film, Bacon interpreta egregiamente un ideale da cui è fastidiosamente difficile distaccarsi.

L’esiguo cast adempie dunque perfettamente al proposito di incarnare i diversi approcci ad una crisi di enorme entità, ad una paura atavica e inesorabile, che tuttavia si riconducono inevitabilmente ad un’estrema vulnerabilità. Ogni personaggio induce lo spettatore a fare i conti con sé stesso, riconsiderare la propria vita e fare i conti con la propria fragilità. La stessa fragilità che, in una crisi apocalittica come quella della storia, sarebbe causa della nostra distruzione.

L’aspetto tecnico e una dubbia gestione del ritmo

L’unica nota dolente della pellicola è la gestione del ritmo narrativo; gli atti di cui si compone non sempre risultano scanditi in maniera efficace, con un effetto di lentezza e placidità anche in scambi particolarmente concitati. Nonostante questo, che comunque non contribuisce al coinvolgimento del film, l’uso della tensione è riuscito soprattutto grazie ad alcune scelte registiche come i long take, l’alternanza di luce e buio e i primi piano anche molto ravvicinati. La scelta della colonna sonora contribuisce molto a questo effetto straniante, di costante inquietudine, così come l’utilizzo di elementi naturali come gli animali, in contrasto con il tema principale del film. È dunque degna di nota la cura nell’aspetto tecnico della pellicola, sempre coerente all’atmosfera che la storia intende evocare.

 

 

Considerazioni finali

Con “Il mondo dietro di te” Sam Esmail punta ad una forte e diretta critica sociale, mediante una storia apocalittica moderna, molto politica e spaventosamente realistica. Avvalendosi di un ottimo cast, formato da Julia Roberts, Ethan Hawke, Mahershala Ali, Myha’la e Kevin Bacon, il regista mette in luce diversi aspetti della paura e della fragilità umana, ponendo lo spettatore di fronte a sé stesso con un ritratto estremamente critico e che è ormai impossibile ignorare. All’atmosfera inquietante della pellicola contribuisce in gran parte l’aspetto tecnico, la scelta delle inquadrature e della colonna sonora, nonché l’utilizzo della natura e del suo contrasto con il tema principale. La nota dolente risiede nella gestione del ritmo, in particolare in una scansione non sempre efficace degli atti in cui è ripartito il film e in un conseguente effetto di lentezza costante, che trova un’accelerazione soltanto nell’atto finale.

Pro

  • La forte critica sociale scaturita da un tema apocalittico molto moderno e i suoi spunti di riflessione;
  • L’eccellente regia di Sam Esmail;
  • Un esiguo ma ottimo cast, che incarna perfettamente i diversi volti della paura e della fragilità dell’uomo;
  • L’aspetto tecnico, composto da un’accurata scelta delle inquadrature e della colonna sonora;
  • Il mantenimento di un’inquietudine costante, anche per mezzo di elementi come la natura.

Contro

  • Una gestione del ritmo non sempre efficace, che a volte risulta in una narrazione lenta quasi costante.

 

 

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Alice Casati

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