fbpx Il Gladiatore 2, la recensione: "ciò che facciamo in vita, riecheggia nell'eternità"
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Il Gladiatore 2, la recensione: “ciò che facciamo in vita, riecheggia nell’eternità”

di Nasce Cresce Ignora

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Tutti, almeno una volta nella vita, abbiamo visto “Il Gladiatore”, capolavoro del 2000 firmato da Ridley Scott. Tutti ci siamo sentiti spronati dagli iconici discorsi del generale Massimo Decimo Meridio, interpretato da un leggendario Russell Crowe. Tutti abbiamo odiato a morte l’imperatore Commodo e gioito della sua disfatta. E tutti, ma proprio tutti, abbiamo pianto nella scena iconica in cui Massimo, dopo la sua morte, si ricongiunge con la moglie e il figlio nei Campi Elisi. C’era veramente bisogno de “Il Gladiatore 2”? E soprattutto questo sequel è all’altezza dell’originale? Scopriamolo insieme

Il Gladiatore 2, sulle orme di Massimo

Dopo 24 anni, Ridley Scott ci riporta nel mondo de “Il Gladiatore” con il secondo capitolo della saga. “Il Gladiatore 2”, ambientato 20 anni dopo la morte di Massimo, che narra le vicende di Lucio, figlio di Lucilla e nipote di Marco Aurelio.

Lucio, sotto il nome di Annone, viene fatto schiavo dalle truppe del generale Marco Acacio e inizialmente condotto ad Anzio insieme ad altri prigionieri di guerra.

Lì, si ritrova a combattere contro delle scimmie (dalla CGI discutibile, come si poteva intuire anche dal trailer) in un “mini Colosseo”, sotto lo sguardo attento di Macrino. Spinto da una rabbia immensa e nel tentativo di difendere un amico ferito, Lucio dà fondo a tutte le sue forze per sopravvivere affrontando questi “diavoli neri”. Colpito dalla sua tenacia, Macrino decide di acquistare Lucio come schiavo e lo conduce a Roma.

Tra intrighi, battaglie e ombre del passato, Lucio tenta di seguire le orme del Gladiatore Massimo Decimo Meridio, sotto l’occhio vigile degli imperatori gemelli, Caracalla e Geta, nella cornice di una Roma maestosa. Roma, nel suo splendore eterno, attraversa un periodo di instabilità interna e un desiderio di cambiamento, alimentato dal vecchio sogno di Marco Aurelio per la città.

Il Gladiatore 2: attori all’altezza per un sequel migliore del previsto

Denzel Washington offre una performance magistrale, interpretando un personaggio meschino, manipolatore e vendicativo: semplicemente perfetto. Paul Mescal tenta di raccogliere l’eredità di Russell Crowe e, sebbene il confronto con Massimo Decimo Meridio sia inevitabile e anche un po’ impietoso, l’attore irlandese si dimostra godibile in un ruolo certamente non facile.

Fred Hechinger (Caracalla) e Joseph Quinn (Geta) centrano il loro obiettivo principale: farsi odiare dal pubblico dall’inizio alla fine. Pedro Pascal è sempre Pedro Pascal, non c’è bisogno di aggiungere altro.

“Il Gladiatore 2” è un inno al primo capitolo, con citazioni e riferimenti in ogni dove, con il personaggio di Lucilla che ci riporta indietro nel tempo. Sebbene la CGI sia non irresistibile, gli scontri risultano davvero ben fatti, al netto di alcune inesattezze storiche che sembrano più quasi delle “cadute di stile”.

Un secondo capitolo che forse non era necessario, ma che risulta comunque godibile. È un film carico di nostalgia che poteva facilmente scivolare nel ridicolo o rivelarsi non all’altezza (eh, Joker?), ma che si dimostra invece un ottimo sequel. Assolutamente promosso!

 

PRO

  • Ottimo sequel, non è scontato di questi tempi;
  • Le interpretazioni dei vari personaggi principali, tutti più che all’altezza.

CONTRO

  • Qualche inesattezza storica qua e là, anche grossolane;
  • La CGI non proprio memorabile in alcuni frangenti.

Voto: 8,5

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Articolo di Flavio Santini

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