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Il “biscotto” è sempre di moda: le più grandi farse nel calcio

di Gianluca Scognamiglio

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L’Italia Under-21 sarà impegnata questa sera nell’ultima sfida del Gruppo D dei Campionati Europei. Gli Azzurrini, tuttavia, non saranno padroni del proprio destino: una vittoria della Svizzera sulla Francia con un gol di scarto e siglandone almeno 3, garantirebbe a elvetici e Blues il passaggio del turno, eliminando Tonali e compagni. Il cosiddetto “biscotto” torna di moda? Ripercorriamo insieme la storia delle più grandi farse nel mondo del calcio.

“Biscotto”, l’origine del termine nel mondo del calcio

Non c’è una motivazione certa dietro l’utilizzo del termine “biscotto” nel mondo del calcio. Un’origine potrebbe arrivare dal mondo dell’ippica: in passato, infatti, i proprietari dei cavalli più forti e favoriti alla vigilia delle corse, potevano dare al proprio destriero un biscotto con delle sostante che lo avrebbero indebolito. In questo modo, scommettendo su un altro cavallo sfavorito, avrebbero avuto più possibilità di vincere ingenti cifre di denaro.

Nel calcio, invece, si definiscono “biscotti” quelle partite il cui risultato, chiaro sin dalla vigilia, premia entrambe le squadre impegnate. La storia è piena di esempi lampanti: partite di Mondiali, Europei o, più raramente, di campionato che hanno visto la messa in scena di una vera e propria farsa. Il primo esempio internazionale risale al 1982, in occasione dei Mondiali in Spagna.

Germania Ovest e Austria, infatti, disputarono la loro ultima partita del girone con la consapevolezza che soltanto un 1-0 in favore dei tedeschi avrebbe qualificato entrambe alla fase successiva. Detto, fatto. Il gol di Hrubesch dopo dieci minuti fu l’unica vera azione della partita, passata alla storia come “il patto di non belligeranza di Gijón”. Così la povera Algeria fu eliminata per differenza reti, nonostante la vittoria sul Cile del giorno prima. Dall’edizione successiva, per evitare situazioni del genere, la FIFA decise di far disputare le ultime partite del girone in contemporanea.

Anche l’Italia vittima nel 2004

Purtroppo anche la Nazionale Italiana sa bene cosa significa essere eliminata per colpa di un “biscotto”. Se la farsa di Gijón del 1982 è ricordata per la sua ridicolezza, non è certo da meno la sfida tra Danimarca e Svezia agli Europei del 2004. All’ultima giornata della fase a girone, infatti, l’Italia sapeva di dover conquistare 3 punti contro la Bulgaria per passare il turno. Un unico punto di domanda però aleggiava sul ritiro azzurro prima della sfida a Berbatov e compagni: il possibile biscotto tra Svezia e Danimarca.

Striscione sfottò Italia (da YouTube @Papirus)

Le due formazioni scandinave, infatti, avrebbero potuto eliminare gli Azzurri, guadagnando così l’accesso ai quarti di finale. Per farlo però non dovevano semplicemente pareggiare ma avrebbero dovuto segnare due gol per parte. Qualsiasi risultato diverso dal 2-2, infatti, avrebbe lasciato l’Italia padrona del proprio destino. Neanche a dirlo, Svezia – Danimarca terminò proprio 2-2, con il gol vittoria di Cassano al 93′ contro la Bulgaria reso vano dalla più grande farsa calcistica degli ultimi 20 anni.

Cotto e mangiato: altri esempi di “biscotto” nel calcio

Come detto sono meno frequenti, e forse per questo più pregiati, i biscotti in campionato. Il caso più evidente in Serie A risale al 1993: Milan – Brescia, valevole per la 33esima giornata di campionato. I rossoneri avevano bisogno di un punto per festeggiare lo Scudetto, mentre le Rondinelle necessitavano del pareggio per garantirsi la salvezza. Così a San Siro la partita terminò 1-1, con le reti nel finale di Albertini e Brunetti a provare a oscurare il più classico dei biscotti.

Tornando alle partite di stasera, l’Italia Under-21 non sarebbe nuova a situazione del genere. Nel 2019 la Nazionale di Luigi Di Biagio partiva tra le favorite alla vigilia degli Europei. All’epoca però soltanto la prima di ogni gruppo passava alle semifinali, mentre la seconda doveva sperare nel ripescaggio. Romania e Francia arrivavano all’ultima sfida del Gruppo C appaiate in testa alla classifica con 6 punti. Italia e Danimarca, seconde negli altri gironi si erano fermate proprio a 6, con gli Azzurrini davanti ai danesi per differenza reti.

Il “caso” (si fa per dire) volle che Francia-Romania terminò 0-0, senza alcun tiro in porta. Così i rumeni vinsero il girone mentre i transalpini chiusero la prima fase come miglior seconda, passando alle semifinali. Per la cronaca, le due persero le rispettive semifinali, contro Spagna e Germania. La speranza è che stasera non ci sia bisogno di aggiornare il libro dei biscotti: l’Italia deve battere la Norvegia, auspicando che il forno franco-svizzero non riservi sorprese a Nicolato e i suoi…

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