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Il 15 febbraio 1564 nasceva Galileo Galilei, il padre della scienza moderna

Il 15 febbraio rappresenta un giorno molto speciale, ovvero per la nascita di uno dei personaggi più importanti e rivoluzionari della storia: Galileo Galilei.

La storia di Galileo Galilei

A Pisa esattamente 459 anni fa, il 15 febbraio del 1564 nasceva Galileo Galilei, il “padre” della scienza moderna. I genitori, il compositore Vincenzo Galilei e Giulia Ammannati, lo iscrissero alla facoltà di medicina, ma il giovane iniziò ad interessarsi sempre più alla matematica, nonostante il percorso di studi.

Abbandonata l’università, Galileo si trasferì a Firenze, dove continuò gli studi di meccanica e idraulica. A questo periodo risale anche una delle sue prime scoperte: si tratta della teoria dell’isocronismo delle oscillazioni del pendolo, che afferma che le stesse oscillazioni, a prescindere dalla loro ampiezza, avvengono sempre nello stesso tempo. Galileo per diversi anni lavorò a Padova, come professore universitario; in questo periodo, nella sua officina personale, costruì e perfezionò il cannocchiale, strumento nato alcuni anni prima in Olanda

Grazie ad esso, Galileo osservò per la prima volta le stelle acquisendo nuove informazioni fondamentali su di esse; l’astronomo infatti, scoprì i quattro satelliti maggiori di Giove, spiegando che anche i pianeti possono avere satelliti. Studiò poi la Via Lattea, che vista la l’enorme grandezza allargava i confini dell’universo, e ottenne nuove informazioni sulla Luna e sulla sua superficie, che presentava delle irregolarità. Per ultimo, scrutò il Sole, notando delle macchie che si muovevano sul corpo celeste…

Il nuovo metodo scientifico di Galilei

Grazie alle sue scoperte, la Chiesa iniziò ad interessarsi alle opere di Galileo Galilei; allo stesso tempo però, arrivarono le prime accuse contro di lui e i matematici del tempo da parte di un’esponente della Chiesa, il frate Tommaso Caccini. Il rimprovero era quello di contraddire le Sacre Scritture con le loro concezioni astronomiche, ispirate a quelle copernicane e considerate eretiche.

Galileo infatti, aveva aderito alle idee di Copernico sulla teoria eliocentrica, secondo la quale il Sole si trovava al centro del Sistema Solare [le Scritture sostenevano che al centro del Sistema ci fosse invece la Terra, ndr] e i pianeti gli giravano attorno con moto di rivoluzione. Nonostante ciò però, lo scienziato proseguì i suoi studi e tra il 1624 e il 1630 scrisse una delle sue opere più importanti, il “Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo“. 

Nel trattato, Galileo dimostrò come le teorie geocentriche di Aristotele e Tolomeo fossero sbagliate, a favore della teoria eliocentrica di stampo copernicano. Tutto questo fu però possibile grazie agli studi di Copernico e Keplero sull’osservazione diretta delle stelle, ma anche del nuovo metodo elaborato da Galileo. Questo affermava che per ottenere un risultato apprezzabile, fosse necessario:

  • Lo studio attraverso una prima osservazione del fenomeno;
  • La formulazione di un’ipotesi per rispondere alle domande che si pone lo scienziato;
  • L’esecuzione dei primi esperimenti, per confermare le ipotesi;
  • Al termine delle sperimentazioni, la stesura delle proprie conclusioni e la formulazione di una legge in grado di spiegare il fenomeno.

Galileo partì anche da alcuni principi fondamentali per condurre i suoi studi:

  • L’inerzia secondo cui un corpo, se non viene disturbato, conserverà sempre il proprio moto;
  • La relatività di movimento, secondo la quale non si può stabilire se un sistema sia fermo o se si muova con un moto rettilineo e uniforme studiandolo soltanto dall’interno; sono fondamentali i punti di riferimento esterni.

 

Galileo Galilei (@Shutterstock)

 

La condanna definitiva della Chiesa

Il trattato, pubblicato nel 1632, ricevette tantissimi elogi dal mondo accademico, ma non venne apprezzato dalla Chiesa; l’opera di Galileo venne infatti inserita nell’Indice dei libri proibiti e lo stesso scienziato che finì a processo. L’Inquisizione, dopo un breve processo, costrinse Galilei ad abiurare le proprie tesi, condannandolo prima al carcere e infine all’esilio nella sua villa ad Arcetri.

Nonostante l’abiura, lo scienziato non rinnegò mai le sue tesi, anzi; nel 1638 pubblicò la sua ultima opera “Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze. Il trattato in questione, considerato il progetto più importante di Galileo sulla scienza moderna, parla e dimostra alcuni principi scientifici fondamentali, come il moto uniformemente accelerato.

Galileo Galilei morì in solitudine, ancora in esilio, nel 1642; da lì in poi, per quasi due secoli la Chiesa si mostrò intransigente alle teorie di Galilei. Nel 1822 però, un decreto della Sacra Congregazione dell’Inquisizione e approvato da Papa Pio VII, approvò l’insegnamento delle teorie dello scienziato; la definitiva assoluzione di Galileo la diede papa Giovanni Paolo II nel 1992, 359 anni dopo la condanna. In questa occasione, il Pontefice davanti alla sessione plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze riconobbe gli errori della Chiesa, cancellando le accuse fatte dall’Inquisizione.

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