di Redazione Network NCI
L’IDF, unità dell’esercito israeliano, ha sparato in aria colpi d’avvertimento durante una visita diplomatica a Jenin, in Cisgiordania.
Le scuse dell’IDF
Come riportato da Ansa, sono subito arrivate le scuse da parte dell’IDF, con i militari che si sono detti rammaricati per l’accaduto. La delegazione presente a Jenin, in Cisgiordania, al momento degli spari era composta da 25 ambasciatori e diplomatici provenienti da tutto il mondo. Tra loro era presente anche Alessandro Tutino, viceconsole italiano a Gerusalemme. Il ministero degli Esteri palestinese, intanto, ha postato un video in cui si vedono i soldati sparare in aria all’interno di un campo profughi e la delegazione fuggire.
Tajani convoca l’ambasciatore
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani (FI) ha parlato dopo il gesto dell’IDF: “Le minacce contro i diplomatici sono inaccettabili”, riferiscono fonti della Farnesina. Dopo aver parlato con Tutino, fortunatamente illeso, ha convocato l’ambasciatore israeliano presente a Roma, per avere ulteriori chiarimenti. Il ministro Tajani ha poi espresso il suo parere su X: “Ho appena parlato con Alessandro Tutino, viceconsole d’Italia a Gerusalemme, che sta bene e che era tra i diplomatici che sarebbero stati attaccati a colpi di arma da fuoco vicino al campo profughi di Jenin. Chiediamo al governo d’Israele di chiarire immediatamente l’accaduto. Le minacce contro i diplomatici sono inaccettabili”.
Le varie versioni sull’accaduto
Un portavoce dell’esercito israeliano ha dichiarato: “da una prima indagine risulta che la delegazione si è allontanata dal percorso previsto ed è giunta in un’area in cui non era autorizzata a trovarsi. Una forza dell’Idf operativa sul posto ha effettuato colpi di avvertimento”. Il ministro degli esteri palestinese ha invece commentato su X: “(la delegazione) stava svolgendo una missione ufficiale per osservare e valutare la situazione umanitaria e documentare le violazioni perpetrate dall’esercito israeliano contro il popolo palestinese”. Ha infine definito il gesto una grave violazione del diritto internazionale.
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Articolo a cura di Enrico Roca
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