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I videogiochi non sono più belli come una volta?

di Riccardo Rizzo

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Negli ultimi anni, sui social e sul web in generale, si è sviluppato un progressivo clima di pessimismo e negatività nei confronti del medium videoludico. Molti giocatori guardano con diffidenza il presente e il futuro dell’industria, ricordando con nostalgia i tempi che furono. Ma questo atteggiamento è giustificato? È vero che al giorno d’oggi non escono più giochi belli come una volta o è solo una sensazione sempre più diffusa? Facciamo il punto della situazione.

La percezione dell’industria dei videogiochi

Per questa riflessione sulla percezione dell’industria videoludica è importante partire dalle cause. Quali sono le motivazioni per cui oggi sempre più persone guardano con pessimismo il mondo dei videogiochi?

La causa principale, la più scontata ma di fatto quella più importante, va ricercata nel trascorrere del tempo. A vedere con negatività l’attuale panorama videoludico sono quasi sempre i videogiocatori più grandi, che guardano con nostalgia il periodo della loro infanzia. Rispetto agli anni Novanta e ai primi anni Duemila, il medium videoludico si è evoluto con ritmi sorprendenti, mutando radicalmente la propria essenza.

Il mercato è andato incontro a un’apertura sempre più radicale, che ha visto aumentare la concorrenza e dunque l’offerta, sia delle produzioni maggiori che indipendenti (la scena indie si è consolidata e definita solo a partire dal 2008, con l’uscita di Braid). Nel mentre si sono sviluppate nuove tecnologie, come la realtà virtuale e i sistemi di ottimizzazione grafica tramite IA; e nuovi metodi di fruizione, su tutti i servizi in abbonamento e il cloud streaming. Parallelamente è cambiato anche il pubblico, e di conseguenza sono cambiati gli obiettivi delle aziende e i videogiochi presenti sul mercato.

La motivazione che spinge molti a guardare con malinconia il passato è quindi la nostalgia. La nostalgia di un passato sempre più lontano ma che, videoludicamente parlando, di base non è peggiore o migliore del presente. È solo diverso.

L’evoluzione del medium videoludico

L’origine di questo sentimento allora va cercata fuori dal medium videoludico. La memoria, col passare del tempo, falsifica la percezeione dei ricordi. Questo, unico a una generale tendenza alla nostalgia per il passato, porta molti a vedere con rammarico l’attuale situazione videoludica.

Le conseguenze più evidenti di questo pessimismo sono uno scarso entusiasmo per le nuove uscite, che spesso vengono criticate a priori (senza cognizione di causa) e confrontate con i capolavori del passato; e un clima generale di tossicità e cattiveria verso la community, gli addetti ai lavori e la stampa specializzata.

È proprio questa tossicità che, secondo chi scrive, rischia di macchiare indelebilmente l’ambiente videoludico. Questo clima di pesantezza e negatività, che invero si percepisce sempre più spesso anche in altri contesti, sta progressivamente falsificando la percezione di molti del reale stato dell’industria. Un’industria in crisi, è vero, ma che nonostante questo sta sfornando capolavori e opere degne di essere vissute.

L’importanza di saper sperimentare

Non è vero che non escono più videogiochi di qualità. Non è vero che “i videogiochi di una volta” sono sempre più belli di quelli moderni. Sono solo diversi. Così come siamo diversi noi videogiocatori. Ma cosa si può fare, quindi, se non si riesce ad apprezzare l’attuale panorama videoludico?

Una possibile soluzione può essere sperimentare. Provare nuovi videogiochi, nuovi generi, nuove esperienze, può aprire nuovi orizzonti e far scoprire nuove passioni. Di fatto, oggi il medium videoludico è estremamente eterogeneo. Action-Adventure, strategia (a turni e in tempo reale), giochi di ruolo (occidentali, orientali e MMO), sportivi, FPS, gestionali, simulativi, platform, avventure narrative, immersive sim, survival, horror, stealth, metroidvania, roguelike e picchiaduro: questi sono solo alcuni dei generi e sotto-generi che compongono l’attuale offerta del mercato.

Sperimentando, uscendo dalla propria zona di comfort, si possono vivere nuove esperienze ludiche e narrative, che potrebbero stupire e far appassionare a un nuovo genere. Tutto questo senza tener conto del fiorente panorama indipendente, capace di regalare un numero sempre maggiore di opere uniche.

Ciò di cui c’è bisogno oggi, per il bene dell’industria e di tutti i videogiocatori, è tornare a un clima di serenità e tranquillità, dove i giocatori possano tornare a divertirsi ed emozionarsi genuinamente. E voi, cosa ne pensate? Fatecelo sapere sulla nostra pagina Instagram! E non dimenticate di continuare a seguirci qui sulle pagine di Nasce, Cresce, Respawna per rimanere sempre aggiornati su tutto il mondo del gaming. Se l’articolo vi è piaciuto, leggete anche:

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