di Steven Callea
Sono stati pubblicati a Pesaro i risultati dell’indagine condotta dallo studio The Power of Play su un campione di 24.000 giocatori di 21 paesi, tra cui figura proprio l’Italia, sui benefici apportati dai videogiochi. Alla ricerca hanno collaborato l’Entertainment Software Association (ESA), l’organizzazione che si occupava dell’ormai estinta E3, e Video Games Europe, di cui fa parte anche IIDEA, la principale associazione del panorama videoludico italiano.
Quasi la metà dei rispondenti ha affermato di giocare per tenere impegnata la mente e allenarla, infatti, i generi preferiti sono puzzle game (51%), giochi d’azione (35%) e quelli basati su abilità o fortuna (33%). Ma il videogioco è anche uno strumento di socialità: il 62% gioca online con altre persone almeno una volta al mese mentre il 50% lo fa in presenza.
Il gaming offre benefici anche alla vita lavorativa. Un sondato su due dichiara che i videogiochi hanno migliorato la propria vita professionale, avendo sviluppato grazie a essi delle competenze molto richieste in ambito lavorativo come creatività (70%), gestione del tempo (50%), lavoro di squadra (64%), problem solving (67%) e pensiero critico (57%).
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