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Hong Kong, braccialetti elettronici a chi è in quarantena per Covid

di Antonio Stiuso

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Le autorità di Hong Kong saranno in grado di tracciare i pazienti in isolamento domiciliare causa Covid in modo che non lascino la propria abitazione. La misura entrerà in vigore venerdì 15 luglio, ad annunciarlo è stato il ministro della salute Lo Chung-mau in persona.

Braccialetti contro il virus

I casi di Covid-19, nella città di Hong Kong, stanno aumentando in modo esponenziale nelle ultime settimane; basti pensare che la settimana scorsa sono stati registrati 2.000 casi in un solo giorno. La situazione preoccupa, e non poco, le autorità, che hanno così deciso di rafforzare ulteriormente la rigida politica “zero-covid”, intrapresa sulla scia del governo cinese.

L’obiettivo del governo è quindi quello di arginare il prima possibile la quinta ondata di contagi, in modo tale da arrivare in inverno nella miglior situazione possibile. In che modo? Facendo indossare dei braccialetti elettronici per il tracciamento a tutti i pazienti positivi al virus che ha messo in ginocchio tutto il mondo. In questo modo le autorità potranno controllare in tempo reale la loro posizione, e il rispetto della quarantena domiciliare.

Politica zero-covid

Secondo quanto riportato da Business Insider, Hong Kong quindi ha deciso di far indossare dei braccialetti di localizzazione a tutti i pazienti Covid- 19 che si trovano in quarantena per assicurarsi che non escano di casa. La misura, secondo le dichiarazioni del ministro della salute Lo Chung-mau, entrerà ufficialmente in vigore venerdì 15 luglio.

La città di Hong Kong non è nuova a questo tipo di restrizioni; nel 2020, infatti, i nuovi arrivati dovevano indossare lo stesso tipo di braccialetto e mettersi in quarantena preventiva per 14 giorni. Quei braccialetti erano dotati di un codice QR che le persone dovevano utilizzare per fare una sorta di check-in tramite un’apposita app; mentre ad altri, successivamente, furono forniti veri e propri braccialetti di localizzazione. Potrebbe essere la soluzione giusta per risolvere un problema che ci affligge da ormai due anni, oppure sarebbe in contrasto con il rispetto della privacy dei pazienti Covid per cui molti si sono battuti?

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