di Redazione Network NCI
L’amicizia tra Max Pezzali e Mauro Repetto arriverà stasera stessa in TV. La serie che narra della nascita degli 883 sarà trasmessa in chiaro su TV8 con i primi due episodi.
“Hanno ucciso l’Uomo Ragno”: Sydney Sibilia racconta il mito degli 883 e l’Italia dei sogni di provincia
Una corsa in motorino nella nebbia di Pavia, un walkman consumato e un ritornello che non smette di girare in testa. È così che si apre Hanno ucciso l’Uomo Ragno – La leggendaria storia degli 883, la nuova serie diretta da Sydney Sibilia, in onda da venerdì 7 novembre su TV8.
Un racconto che va oltre la musica, capace di trasformarsi in un ritratto generazionale: quello di un’Italia che entrava negli anni ’90 tra sogni, cassette, discoteche e interminabili pomeriggi in sala giochi.
La serie ripercorre l’ascesa di due ragazzi di provincia, Max Pezzali e Mauro Repetto, che da Pavia riuscirono a cambiare per sempre la musica pop italiana. Sibilia, già autore del successo Mixed by Erry, torna a esplorare la nostalgia come motore narrativo, intrecciando umorismo, malinconia e tenerezza per raccontare non solo una carriera, ma un’epoca.
In Hanno ucciso l’Uomo Ragno, i motorini “sempre in due”, i mangianastri e le telefonate a casa diventano simboli di un tempo in cui tutto sembrava più lontano e più vicino allo stesso tempo. Ogni canzone degli 883 segna una tappa di crescita: dall’amicizia al successo, dagli errori alla scoperta di una voce comune capace di parlare a un’intera generazione.
A interpretare i giovani Max e Mauro ci sono Elia Nuzzolo e Matteo Oscar Giuggioli, coppia in perfetto equilibrio tra opposti: da una parte la timidezza creativa di Pezzali, dall’altra l’energia incontenibile di Repetto. Due facce della stessa medaglia che, insieme, hanno dato vita a un immaginario ancora oggi riconoscibile.
La serie verrà trasmessa a cadenza di due episodi settimanali, un modo perfetto per chi li ha vissuti per tornare con la memoria agli anni Novanta.
Con Hanno ucciso l’Uomo Ragno, Sydney Sibilia firma la sua prima serie televisiva, regalando un viaggio emozionale che unisce passato e presente, memoria collettiva e identità pop.
Un racconto che suona come un grande karaoke nazionale, dove ogni spettatore, anche solo per un attimo, può ritrovarsi a cantare: “Hanno ucciso l’Uomo Ragno… chi sia stato non si sa.”
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Articolo di Lorenzo Giorgi
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