di Giorgio Capoccello
La più grande sorpresa di Qatar 2022, per quanto riguarda la Francia, è sicuramente Antoine Griezmann. Il fantasista ha cambiato ruolo negli ultimi tempi e ciò sembra averlo fatto consacrare in maniera definitiva. Infatti, date le assenze dei vari Kantè e Pogba, l’attuale numero 8 dell’Atletico Madrid ha dovuto fare di necessità virtù e ha dovuto reinventarsi. Ha di fatto arretrato la sua posizione di gioco, diventando una mezzala tuttofare.
La Francia come 4 anni fa, Grizou no: i cambiamenti da Russia 2018
Se le prestazioni della Francia possono essere assimilate a quelle di Russia 2018, quelle di Griezmann sicuramente no. Non tanto per il livello, quanto per i numeri. Se a Russia 2018 era stato il miglior marcatore dei Bleus a pari merito con Mbappe (4 gol), a Qatar 2022 è rimasto a secco. Ha tuttavia confezionato 3 assist per i compagni, uno decisivo per il gol di Giroud contro l’Inghilterra. Possiamo dunque dire che Grizou abbia underperformato in questo Mondiale? Sicuramente no. Ha semplicemente cambiato il suo modo di essere incisivo e di dare una mano alla squadra. Se 4 anni fa era un perno attorno a cui ruotava tutto l’attacco, in questa edizione ha saputo dare una mano in altro modo. Ha infatti svolto un ruolo fondamentale di interdizione, sapendo coniugare ad una già provata capacità offensiva, delle ottime prestazioni difensive.
Griezmann è ancora fondamentale per la Francia?
La risposta a questa domanda non può che essere una: assolutamente sì. “La squadra ha bisogno di me nel cuore del gioco, per mettere in relazione attacco e difesa” [Eurosport]: così si esprime il fantasista sul suo nuovo ruolo al Mondiale, cosciente di quanto sia fondamentale per i compagni. In questa situazione particolare poi, con la Francia priva degli interpreti naturali di quel ruolo, le prestazioni di Griezmann sono state fondamentali per il percorso dei transalpini a Qatar 2022. Vediamo ora se questo mondiale sarà una sorta di “trampolino di rilancio” per Grizou, visto e considerato che l’ultimo periodo all’Atletico non è stato sicuramente tra i più felici della sua carriera.
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