di Enrico Tiberio Romano
Le aziende della Silicon Valley e simili rappresentano ormai delle super-potenze paragonabili a quelle di piccoli Stati sovrani e non sempre la convivenza con le autorità americane è facilissima. Secondo una nuova ipotesi, per porre fine all’esistenza di una sorta di monopolio di Google, le autorità avrebbero immaginato una soluzione a “spezzatino”.
Fine al monopolio di Google?
Tra i motori di ricerca come è ben noto a tutti è Google a far da padrone e con buona dose di probabilità è attraverso i suoi canali che state leggendo questo articolo. Le autorità dell’antitrust per limitare questa sostanziale egemonia avrebbero ipotizzato una soluzione inedita nell’ambito anti-trust, sostanzialmente dividendo la grandissima azienda in sezioni più piccole.
Come spiega il Financial Times, il Dipartimento di Giustizia potrebbe richiedere ad Amit Mehta, il giudice che presiede il caso, di impedire a Google di utilizzare prodotti come il browser Chrome, l’app Play store e il sistema operativo Android per dare al suo motore di ricerca un vantaggio rispetto ai concorrenti. Un ulteriore manovra di limitazione su cui si starebbe lavorando dovrebbe essere quella di imporre la condivisione dei dati degli utenti tra tutte le aziende del settore.
Il giudice Mehta ha annunciato di aver intenzione di chiudere la sentenza entro il 2025 ma ci si aspetta che la vicenda legale prosegua fino alla Corte Suprema, iter che potrebbe richiedere degli anni. Solo poco tempo fa a far scalpore in tutto il mondo sempre in ambito antitrust fu la sentenza su Microsoft, la sensazione è che le autorità americane oggi stiano cercando di delimitare e circoscrivere bene il raggio d’azione delle cosiddette big-tech.
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