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Giuseppe Ottina: il “talent scout” che fece venire alla luce O’ Rey

di Giorgio Capoccello

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In data 29 Dicembre 2022 il mondo del calcio ha ricevuto una tra le notizie peggiori di sempre: Pelè si è spento all’età di 82 anni. Giunti alla fine della sua incredibile storia, oggi cerchiamo di ricostruire ciò da cui è nato forse il più grande di tutti i tempi. Se si parla delle sue origini, non si può far a meno di menzionare l’uomo che per primo notò che non si trattava di un qualunque ragazzino. Quell’uomo era un italiano, Giuseppe Ottina.

Giuseppe Ottina: chi è e come è venuto a contatto con Pelè

Nato nel Canavese nel 1912, il suo rapporto con il calcio inizia mentre è prigioniero dei britannici. Circa 10 anni dopo vola in Sud America per dare spazio alla sua passione. Prima entra in contatto con il calcio boliviano, poi con quello cileno e anche con quello peruviano. Poi però decide di spostarsi in Brasile e diventa allenatore del Santos nel 1954. Qui continua ciò che aveva iniziato negli altri Paesi sudamericani: lancia i giovani. Ed è proprio in questa sua breve esperienza (durata meno di una stagione) che lanciò due giovani con un più che roseo futuro. Il primo era Pepe (Jose Macia), un all’ora 17 enne che segnò più di 400 gol in 15 stagioni al Santos. L’altro era probabilmente il migliore interprete mai esistito del gioco del calcio: Pelè.

O’Rey all’epoca aveva solo 14 anni e faceva il raccattapalle. Proprio in queste circostanze Giuseppe Ottina si rese conto delle sue potenzialità smisurate. Decise dunque, in accordo alle volontà del club, di farlo giocare con il Santos. Diede dunque inizio ad una tra le più grandi storie d’amore di sempre: quella tra Pelè e il Santos. Non ebbe mai tuttavia la possibilità di allenarlo, in quanto venne esonerato a Maggio dopo 4 sconfitte nel torneo Rio-San Paolo . Rimase tuttavia molto legato a Pelè e, piccola curiosità, gli fece da interprete quando O’Rey venne in Piemonte per una tournèe.

 

Pelè (@Shutterstock)

Il resto della carriera: tra Novara, Torino e Casale

Nel 1955, dopo l’esonero dal Santos, Ottina giunse in Italia e divenne allenatore del Novara. Qui, con la nomea di essere un gran preparatore fisico, fallì e venne esonerato alla 22esima giornata con il Novara terzultimo. Per i 2 anni successivi divenne osservatore per il Torino e nel 1958 divenne allenatore del Casale. Presto anche questa avventura terminerà, precisamente nel 1959. Nonostante non abbia mai riscosso il successo sperato, dopo soli 5 anni di carriera da tecnico decise di smettere. Sicuramente non un allenatore vincente, ma che porta sulle sue spalle il “peso” di aver scovato in quel ragazzino che strabiliava il pubblico da bordo campo il più grande interprete di tutta la storia del calcio. Grazie Giuseppe!

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