La piramide dei bisogni di Maslow pone alla base della gerarchia delle necessità umane ciò che concerne la fisiologia: dormire, respirare, riprodursi e, ovviamente, nutrirsi. Un elemento scontato, l’ultimo, per la maggioranza della popolazione del mondo occidentale, ma una possibilità sempre più remota per un numero crescente di persone. La Giornata Mondiale dell’Alimentazione ci impone quindi di riflettere e di attuare un’attenta autoanalisi dei nostri consumi e del nostro stile di vita, in un’ottica di risparmio alimentare.
Celebrata da oltre 150 Paesi in tutto il mondo, questa ricorrenza sottolinea la fondamentale importanza dell’acqua, con il motto scelto per il 2023: “L’acqua è vita, l’acqua è cibo. Non lasciare indietro nessuno“. Per comprendere la portata di questa frase, è necessario inquadrare la situazione con qualche dato, fornito direttamente dalla FAO; di tutta l’acqua che troviamo nel nostro Pianeta, appena il 2,5% risulta bevibile dall’uomo, e la maggioranza di essa è sfruttata nell’industria e nell’agricoltura; si tratta di un settore, quest’ultimo, che utilizza ben il 72% delle riserve idriche.
Negli ultimi decenni, tuttavia, abbiamo assistito a un progressivo aumento della temperatura media del Pianeta e dell’inquinamento, così come un incremento del numero della popolazione e dei tassi di urbanizzazione. Si tratta di importanti fattori che mettono a dura prova la tenuta idrica, considerando che, oggi, 2,4 miliardi di persone vivono in Paesi sotto stress idrico.
Le prospettive per i prossimi decenni, tuttavia, non sono affatto promettenti: entro il 2050 la domanda mondiale di acqua aumenterà del 35%, acuendo ancora di più un quadro già attualmente critico. Come affrontare quindi l’esigenza di produrre più cibo ma in maniera sostenibile e con un risparmio di acqua? Questa è la domanda che gli scienziati, gli economisti e i politici si stanno ponendo (o quanto meno si auspica); la risposta, tuttavia, richiederebbe un impegno corale e di amplissima portata.
Sviluppo tecnologico? Politiche neomalthusiane? Migliore redistribuzione delle risorse? Queste sono solo alcune delle tante ipotesi che sono state messe, nei decenni precedenti, sul piatto. Un elemento innegabile, tuttavia, è l’enorme spreco di risorse attuato soprattutto dai Paesi più industrializzati e benestanti. OzHarvest ha raccolto dei dati, provenienti da un report della FAO del 2011, dove si afferma che circa un terzo del cibo prodotto in tutto il mondo viene sprecato annualmente (1,3 miliardi di tonnellate), con un costo economico per quasi 1 trilione di dollari. È importante altresì sottolineare che questo ingente spreco ha delle ripercussioni sull’effetto serra, dato che circa il 10% dei gas climalteranti proviene da cibo prodotto, ma mai mangiato (dati UNEP 2021).
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha partecipato con un discorso durante la cerimonia di apertura di questa Giornata, sottolineando le sfide che ci troviamo di fronte:
“L’insicurezza alimentare non è solo scarsità di cibo: è anche mancato accesso all’acqua e la Giornata Mondiale dell’Alimentazione di quest’anno è, opportunamente, dedicata proprio a questo aspetto. Oggi la sua scarsità o assenza è sempre più alla radice di povertà e conflitti e richiede di affrontare con determinazione e altrettanto ingegno la gestione sostenibile di un bene essenziale, che è al tempo stesso strumento di pace e moltiplicatore di benessere. L’accesso all’acqua, è un diritto fondamentale, oggi troppo spesso a rischio, anche per effetto del cambiamento climatico che vede la desertificazione di aree sempre più estese del pianeta”.
Ha poi continuato il suo intervento mettendo in luce come le Nazioni Unite siano, al momento, l’unico strumento potenzialmente efficace per fornire delle soluzioni concrete a dei problemi che solcano i confini di decini di Paesi:
“Le sfide che ho richiamato – dal cambiamento climatico, all’aumento dei conflitti, alla scarsità di cibo ed acqua, che ne sono la conseguenza – hanno un denominatore comune: sono tutte transnazionali. Da qui l’esigenza di combatterle utilizzando e valorizzando al meglio quel formidabile strumento rappresentato dalle Nazioni Unite, l’unico disponibile, e, per quel che riguarda l’agricoltura e la nutrizione, dalle Agenzie che orgogliosamente ospitiamo qui a Roma”.
Fonti: RaiNews; FAO; FAO (2); UNEP
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