di Redazione Network NCI
Due terroristi palestinesi provenienti dalla Cisgiordania hanno aperto il fuoco contro i civili in attesa alla fermata dell’autobus nel quartiere di Ramot, scatenando un lunedì di sangue a Gerusalemme Est. Alle 10 del mattino i colpi di mitra hanno raggiunto passeggeri, passanti e auto in transito, trasformando una normale giornata di lavoro in una scena di terrore. L’autobus della linea 62 si era appena fermato quando gli attentatori hanno iniziato l’assalto. Un soldato e un civile ultraortodosso hanno risposto al fuoco e neutralizzato i due aggressori. Sul luogo dell’attacco, tra vetri infranti e jersey di cemento, i soccorsi hanno operato disperatamente per salvare le vittime.
Il bilancio delle vittime e la risposta delle autorità

polizia
L’attacco ha lasciato dietro di sé un bilancio drammatico: cinque morti, sei feriti in condizioni gravi e altri quindici contusi o lievemente colpiti. Le vittime e i feriti sono stati trasferiti d’urgenza negli ospedali Hadassah e Shaare Zedek, dove sono stati mobilitati anche flaconi di sangue da Ramla per le trasfusioni. La scena del crimine è stata immediatamente isolata e tutti gli accessi a Gerusalemme sono stati bloccati fino a nuovo ordine. Hamas, pur non rivendicando direttamente l’operazione, ha celebrato l’attacco definendolo un’azione eroica, aumentando ulteriormente la tensione.
Impatto politico e clima di guerra
L’attentato è avvenuto poche ore dopo le dichiarazioni del ministro della Difesa israeliano, che aveva minacciato una nuova offensiva su Gaza. L’episodio ha avuto conseguenze immediate anche sul fronte politico: il premier Benjamin Netanyahu ha convocato il gabinetto di sicurezza nazionale per valutare le contromisure, congelando di fatto ogni prospettiva di tregua discussa con l’amministrazione statunitense. Lo stesso processo per corruzione a suo carico, previsto per la giornata, è stato rinviato. L’attacco di Ramot si inserisce in una scia di violenza che non accenna a fermarsi e richiama alla memoria altre sparatorie degli ultimi anni, in cui autobus e luoghi affollati si sono rivelati bersagli privilegiati del terrorismo.
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Articolo di Biagi Linda
Fonte: CorrieredellaSera
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