di Redazione Network NCI
Nel carcere di Marassi, a Genova, è in corso una vera e propria rivolta da parte dei detenuti. Si segnalano due agenti feriti. Sul posto presenti ambulanze e forze di polizia.
La rivolta di Marassi (Genova)
Secondo quanto riportato da Ansa, la sommossa sarebbe partita da un centinaio di detenuti della seconda sezione. Si sarebbero ribellati agli agenti della penitenziaria, aggredendoli e facendo partire la rivolta. Mentre il personale amministrativo è stato messo in sicurezza e gli agenti in tenuta antisommossa, il carcere è stato circondato da polizia, carabinieri e guardia di finanza. Secondo le prime ricostruzioni, i detenuti sarebbero usciti dalle proprie celle, con alcuni di questi che hanno addirittura raggiunto la barriera che precede le mura di cinta della prigione, tentando di scavalcare. Altri sarebbero saliti sul tetto, denunciando sevizie subite da uno di loro ad opera di altri carcerati. Ci sono anche due agenti feriti, che sono stati trasportati all’ospedale Galliera.
La risposta delle autorità
L’esterno del carcere, è quindi presidiato dalle forze dell’ordine, in attesa da capire se entrare o meno. Sono presenti anche quattro ambulanze e un’auto medica. Anche la polizia locale è stata mobilitata per mettere in sicurezza l’area adiacente alla struttura carceraria. Chiuse via del Faggio, corso De Stefanis in direzione centro e piazzale Marassi. La sindaca di Genova Silvia Salis ha dichiarato: “avviato immediatamente un canale diretto con Prefettura, Questura e le altre autorità competenti. Gli agenti della polizia locale, insieme alle altre forze dell’ordine, sono impegnati nella messa in sicurezza della zona circostante il Carcere di Marassi, e nella chiusura di alcune strade limitrofe, a presidio della cittadinanza e del territorio. Ringrazio per l’impegno e per l’intervento immediato le donne e gli uomini del nostro corpo della polizia locale e di tutte le forze dell’ordine, desidero esprimere totale solidarietà agli agenti della polizia penitenziaria e al personale coinvolto”.
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Articolo a cura di Enrico Roca
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