Gaza: nella giornata di oggi l’esercito Israeliano ha aperto il fuoco su una folla di centinaia di persone, in attesa degli aiuti umanitari, causando la morte di decine di persone. Gli israeliani hanno confermato di aver aperto il fuoco sulla folla poiché la “ritenevano una minaccia”.
La guerra in corso in Medio Oriente tra Israele e Hamas ha raggiunto tragicamente il giorno 146 con nuove vittime e violenza. Le sparatorie che hanno avuto luogo a Gaza durante la distribuzione degli aiuti umanitari hanno scosso profondamente la comunità internazionale. Questo ha suscitato una ferma condanna da parte degli Stati Uniti, dell’OLP e dell’Egitto.
Abu Mazen, leader dell’ OLP, ha definito gli eventi come uno “spregevole massacro”, mentre l‘Egitto ha denunciato l’accaduto come un “attacco disumano”. Dalla Casa Bianca un “grave incidente”, richiamando l’attenzione sulla necessità di una risposta adeguata e urgente per prevenire ulteriori perdite di vite umane.
Testimoni oculari, come riportato da TGCOM24, hanno raccontato che la violenza è esplosa quando centinaia di persone, disperate per la fame e la carestia, si sono precipitate verso i camion degli aiuti. Nella rotonda occidentale di Nabuls, la folla è stata presa dal panico e, in mezzo al caos, si è scatenato il tragico episodio di violenza. La sparatoria avrebbe portato all’uccisione di almeno 104 persone e ben oltre 700 feriti.
L’esercito israeliano ha aperto il fuoco sulla folla che era in attesa degli aiuti umanitari, causando un numero spaventoso di vittime innocenti. Secondo l’IDF (Israel Defense Forces), si è trattato di un incidente provocato dal saccheggio delle attrezzature, da parte della folla, mentre venivano distribuiti i viveri. Il gesto, ritengono, avrebbe messo a rischio la sicurezza delle truppe israeliane presenti sul posto.
Hamas, dall’altra parte, ha espresso una crescente preoccupazione per il deterioramento della situazione, avvertendo che la possibilità di negoziati per una soluzione pacifica è sempre più distante. Inoltre, ci sono segnali di crescente inquietudine negli Stati Uniti. La preoccupazione riguarda la possibilità che Israele possa lanciare operazioni terrestri in Libano entro la fine della primavera. Una mossa che, se venisse eseguita, potrebbe ulteriormente destabilizzare la regione e mietere nuove vittime.
Le autorità israeliane hanno difeso le loro azioni, sostenendo che le truppe hanno risposto a una presunta minaccia alla loro sicurezza. Tuttavia, le voci delle vittime e dei testimoni dipingono un quadro diverso, denunciando un uso eccessivo della forza che ha portato a una strage di innocenti.
Il bilancio delle vittime continua a salire, con fonti sanitarie palestinesi che stimano un numero di morti che supera i 30.000. La comunità internazionale è chiamata a intervenire con urgenza per cercare di porre fine a questa spirale di violenza e sofferenza. Il governo di Gaza ha sollevato gravi accuse contro gli Stati Uniti, la comunità internazionale e Israele, accusandoli di aver contribuito alla morte di civili per fame e privazioni. Si stima che oltre 700.000 persone soffrano di fame nella Striscia di Gaza, mentre si crede ci siano ben 7000 corpi rimasti sepolti sotto le macerie, testimoni silenziosi della tragedia umanitaria che si sta svolgendo nella regione di Gaza.
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