Il 28 ottobre è uscito al cinema l’atteso “Freaks out”, quello che è stato definito come “Il blockbuster che il nostro paese non aveva ancora avuto”. La regia di Gabriele Mainetti e il soggetto di Nicola Guaglianone, hanno dato vita a un film in grado di alzare l’asticella della qualità in Italia. Ci troviamo davanti a qualcosa mai visto nel nostro paese, con la speranza che lo spettatore italiano medio abbia voglia di riempirne le sale durante le proiezioni.
È il 1943 e l’Italia è in piena occupazione da parte dei nazisti. Israel è il proprietario di un circo itinerante chiamato “Circo Mezzapiotta”, nel quale lavorano quattro persone con poteri speciali. Fulvio, Cencio, Mario e Matilde. Dopo un bombardamento avvenuto durante un loro spettacolo, decidono di partire per l’America. Israel, padre adottivo dei quattro, raccoglie del denaro per comprare dei documenti e poter scappare a New York. Non vedendolo più tornare, i quattro ragazzi pensano di essere stati truffati e cercano quindi una via di fuga da una Roma in pieno rastrellamento.
I quattro ragazzi adottati da Israel, hanno delle caratteristiche speciali. Un qualcosa che riescono a sfruttare per lavorare nel circo, ma che allo stesso tempo toglie loro la possibilità di vivere allo scoperto come vorrebbero
Israel invece (Interpretato da un grande Giorgio Tirabassi), padre adottivo per tutti loro, è un musicista ed illusionista. È la figura che attira gli spettatori con il suo fare misterioso e accattivante. Più di tutti tiene sotto la propria ala Matilde, piccola ed impaurita dai propri poteri. Il suo obiettivo è quello di fuggire in America e iniziare li una nuova vita.
Al grande cast si aggiunge il Colonnello Heynz, interpretato dall’attore tedesco Franz Rogowski, grande pianista nazista con sei dita per mano (caratteristica che lo aiuta notevolmente in fase di esibizione). È amato dal pubblico ed apre con le sue esibizioni al piano gli spettacoli del proprio circo. Essendo nato con due dita di più, si è convinto ci siano in circolazione altre persone con capacità particolari come lui.
Regista, produttore, sceneggiatore e compositore per questo film, Mainetti ha dato vita ad un prodotto di una qualità sbalorditiva per la media del cinema italiano che, dopo “Freaks Out”, ha uno standard ancora più elevato. Lo stile registico è in grado di tener testa alle grandi produzioni oltre oceano e si è scrollato di dosso tutti gli stereotipi sulle pellicole di casa nostra, creando qualcosa di più internazionale.
L’uso della CGI solitamente è cosa rara nel nostro cinema. E così tanta, soprattutto fatta così bene (motivo del così grande ritardo nell’uscita al cinema), non si è mai vista. Stiamo parlando di personaggi con super poteri, cose che si vedono nei film Marvel. In questa pellicola sono talmente ben contestualizzati da essere credibili, realistici. Tali poteri daranno vita a gag comiche, ma saranno anche fondamentali per la ricerca della libertà dei protagonisti. Libertà da cui si nascondono proprio a causa di questi poteri.
Anche i colori sono molto belli, vivaci e morbidi allo stesso tempo: caldi per il contesto sicuro del circo e freddi per quello esterno, vittima dei rastrellamenti nazisti.
“Freaks out” ha rispecchiato le aspettative create quando si è presentato al pubblico. Forte di un regista talentuoso seppur con un solo film alle spalle, “Lo chiamavano Jeeg Robot”, prima collaborazione fra Mainetti e Santamaria, l’opera è una ventata d’aria fresca per il cinema nostrano.
Il budget è stato di circa 12 milioni di euro. Per la qualità finale del film non sono neanche molti, soprattutto se si pensa ad altre produzioni passate come “Pinocchio” (2002) che ne è costato 40, o “Baarìa” (2009), costato circa 28 milioni di euro.
Altro punto fondamentale per l’ottima riuscita del film, è stato la grande interpretazione degli attori. Dai più affermati come Santamaria e Tirabassi ai più acerbi come Castellitto e la Giovinazza. Una menzione d’onore va fatta per le gag comiche di Cencio (Pietro Castellitto), esplosive e veramente divertenti in ogni occasione. Si è dimostrato un giovane attore di talento in grado di adattarsi ad un personaggio particolare quale è Cencio.
In conclusione: che l’Italia stia cercando di prendersi ancora più spazio all’estero con le proprie produzioni? Per il momento possiamo solo dire che “Freaks out” è la riprova che ne sia in grado senza avere nulla da invidiare a nessuno.
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