di Lorenzo Peratoner
Tempi bui per i viticoltori francesi, costretti a distruggere le proprie produzioni vinicole per fronteggiare i cambiamenti nelle abitudini di consumo dei clienti e il conseguente taglio dei prezzi. Al fine di arginare le difficoltà economiche di questo settore, Il Governo francese e l’Unione Europea hanno stanziato circa 200 milioni di euro, tuttavia insufficienti in assenza della volontà da parte dei produttori di vino di diversificare la loro produzione.
C’è troppo vino: i dati sulla diminuzione di consumo
Il calo della domanda di vino è il principale sintomo del variare delle preferenze di consumo delle persone, che sembrano prediligere l’assunzione di birra; a questo dato è necessario aggiungere l’aumento del costo della vita, che concorre a sfavorire l’uso di vino. A un aumento di produzione (4%) di quest’ultimo, infatti, la Commissione europea ha registrato una diminuzione nel consumo che, nel 2023, è stimata per il 7% in Italia, 10% in Spagna, 15% in Francia, 22% in Germania e 34% in Portogallo.
Dinanzi all’esplosione di questa crisi di sovrapproduzione, l’Unione Europea ha approvato una serie di pacchetti economici per aiutare i viticoltori, acquistando quindi una porzione dei loro prodotti, per poi “distruggerli“, attraverso la distillazione, riutilizzando l’alcol in settori non alimentari, come quello dei disinfettanti e dei cosmetici. Di fronte a una cifra iniziale di 160 milioni di euro stanziata dall’UE, la Francia ha aumentato gli investimenti facendo alzare la cifra a 200 milioni di euro.
Un problema comunitario
Le regioni della Francia investite da questa crisi sono quelle meridionali, in particolare la Linguadoca e Bordeaux, dove il Ministero dell’agricoltura aveva già stanziato 57 milioni di euro nel giugno scorso per abbattere 9.500 ettari di vigneti. I finanziamenti statali, tuttavia, non possono essere l’unica panacea per questo problema; al netto di una diminuzione della domanda, infatti, è necessario tentare una diversificazione di produzione, così da garantire ai consumatori una rosa di prodotti più varia e appetibile, tale da permettere alle aziende vinicole un rientro economico che sostenga l’elevata e costosa produzione.
In tal senso, il Ministro dell’agricoltura, Marc Fesneau, ha affermato che è necessario “guardare al futuro, pensare ai cambiamenti dei consumatori e adattarsi“. Incoraggiare i viticoltori a passare ad altri prodotti, come le olive, potrebbe già risultare un primo passo verso questa direzione.
Sebbene questa problematica abbia coinvolto soprattutto la Francia, i dati europei delineano un quadro di crisi generale in tutto il continente, che colpisce pesantemente anche la Spagna e il Portogallo. Per quanto riguarda il Bel Paese, la situazione, nonostante sulla carta sia meno grave rispetto ai nostri vicini, è comunque segnata dalle difficoltà del carovita e dall’aumento dei costi produttivi, finanche un diminuzione dell’export.
Fonti: Il Messaggero, TGCOM24
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