di Gianluca Scognamiglio
Una ricerca, condotta dall’Università Oceanica della Cina a Qingdao, ha portato alla scoperta di un nuovo virus. Denominato “VB_HmeY_H4907” e soprannominato “Virus degli Abissi”, questo vive e prolifera a 9 mila metri di profondità, nella Fossa delle Marianne. Vediamo i dettagli di questa nuova scoperta e come potrà essere utile all’uomo in futuro.
“Il Virus degli abissi”: cos’è e dove si trova
I ricercatori dell’Università Oceanica della Cina, analizzando i sedimenti della Fossa delle Marianne, hanno scoperto un nuovo fago. Si tratta di un batteriofago in grado di infettare i batteri Halomonas, situati in acque profonde e vicino a sorgenti idrotermali. Secondo quanto spiegato dagli studiosi, questa ricerca contribuisce a comprendere come i fagi e gli ospiti coevolvano in ambienti remoti e ostili, come il punto più profondo dell’Oceano Pacifico.
È noto che la vita si sviluppi anche in ambienti estremamente remoti e ostili del nostro pianeta ma la scoperta dei ricercatori cinesi è senza precedenti: questo virus, chiamato vB_HmeY_H4907, è stato individuato alla massima profondità mai registrata. Si trova, infatti, in sedimenti situati a una profondità di 8.900 metri, nelle vicinanze di una sorgente idrotermale calda. La ricerca, i cui dettagli sono stati pubblicati su Microbiology Spectrum, non si ferma: il virus in futuro potrà aiutare anche l’uomo…
Un aiuto per la medicina?
Come detto, la ricerca non si ferma qui. Come per ogni scoperta in questo campo, gli esperti avranno il delicato compito di capire se e come questo virus potrà “rendersi utile” all’uomo. Il “Virus degli Abissi”, infatti, potrebbe in futuro trasformarsi in un antibiotico, aiutando così anche il campo della medicina e aprendo nuove prospettive per la ricerca scientifica.
Il virologo Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’ospedale Galeazzi – Sant’Ambrogio di Milano, spiega come si potrà procedere: “La prossima frontiera da esplorare consiste nell’identificare virus che abbiano la capacità di infettare i batteri e possano essere potenziali nuovi candidati per sviluppare antibiotici” ha affermato Pregliasco. Non ci resta dunque che attendere eventuali novità…
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