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Fortnite: tanti auguri al titolo che ha cambiato per sempre i Battle Royale

di Erik Veronese

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Che si voglia o meno, Fortnite è stato uno dei titoli che hanno cambiato per sempre la storia di un genere, ma il Battle Royale di Epic Games non ha avuto un’accoglienza lineare. Prima amato da moltissimi giocatori, poi odiato forse per moda, il titolo free-to-play è riuscito a dare vita a una serie infinita di cloni e copie, alcuni ben riusciti e altri un po’ meno, che hanno finito per intasare il mercato. Se si lasciano cadere i pregiudizi e i malumori, a volte completamente infondati, chiunque può riconoscere il valore di un prodotto commerciale rivoluzionario.

Guardare Fortnite con gli stessi occhi con cui si osservano opere del calibro di The Witcher 3, Red Dead Redemption II o del recente Baldur’s Gate 3 non è solamente inappropriato, ma svela una miopia di fondo. Come detto poche righe sopra, infatti, il titolo di Epic Games è un ottimo prodotto commerciale che non vuole essere un’opera d’arte. In occasione del sesto anniversario della modalità Battle Royale, vediamo dunque l’importanza che ha avuto Fortnite nell’industria videoludica.

I Battle Royale prima e dopo Fortnite

Oggi celebriamo la modalità, quella Battle Royale, che ha fatto raggiungere a Fortnite la fama mondiale. Prima del free-to-play targato Epic Games, infatti, il genere era rappresentato da PUBG, titolo che ha fatto registrare davvero ottimi numeri venendo riconosciuto come uno dei pionieri del genere. Nel giro di pochi mesi, però, Fortnite si è rapidamente imposto sulla concorrenza, grazie al suo stile cartoonesco e alle arie colorate. Questi sono infatti i primi elementi che hanno permesso al Battle Royale di entrare anche nelle grazie dei giocatori più piccoli.

L’accattivante veste grafica di Fortnite è stato il primo elemento che ha differenziato il titolo dalla concorrenza, permettendogli di risultare visibilmente moderno e curato, e ampliare così il proprio bacino di utenza. A contribuire poi al successo del titolo è stato il continuo e costante supporto di Epic Games, che periodicamente organizzava eventi in-game, tanto da farli diventare uno dei cavalli di battaglia del Battle Royale. Con gli eventi sono sempre arrivate nuove skin, modalità di gioco e crossover inaspettati che hanno fatto diventare Fortnite non solo una gallina dalle uova d’oro, ma anche un palcoscenico importante per qualsiasi brand.

La popolarità di Fortnite ha contribuito a rendere i Battle Royale uno dei generi più giocati dai casual gamer. Non è un caso che dopo il successo planetario del titolo di Epic, moltissimi altri prodotti abbiano visto l’introduzione di questa categoria come modalità aggiuntiva. Nell’ottobre del 2018, infatti, si è visto uno dei primi risultati di ciò: l’arrivo di Blackout in Call of Duty: Black Ops 4. La modalità Blackout è stata l’antenata dell’attuale Warzone, forse il titolo che, ad oggi, si avvicina maggiormente a Fortnite per le logiche di mercato.

Tra celebri collaborazioni e illustri crossover

A fare la fortuna di Fortnite, come accennato, sono state le tante collaborazioni e gli innumerevoli crossover. Nel corso degli anni, infatti, il Battle Royale che è diventato il rappresentante del genere ha collezionato innumerevoli cosmetici provenienti dal mondo del gaming, del cinema, dello sport e dello spettacolo. Dalla Marvel a Star Wars, da Uncharted a The Witcher 3, da Antetokounmpo a John Cena, le celebrità e i franchise che sono approdati all’interno del videogioco sono davvero moltissimi. Insomma, Fortnite è riuscito, come mai nessuno prima di lui nel mondo videoludico, a riunire “sotto un unico tetto” i marchi più influenti e rappresentativi della cultura pop.

 

fortnite

 

Negli anni, il famoso Battle Royale è riuscito a invertire la propria rotta da titolo in ascesa a vetrina per le grandi aziende. Se le prime collaborazioni venivano chiuse per far conoscere il videogioco, con il passare degli anni Fortnite è diventato un brand prestigioso, capace di far crescere la popolarità, soprattutto tra i più piccoli, di alcuni franchise. Con il tempo, Epic Games non solo è riuscita a riscrivere le sorti di un gioco accolto tiepidamente, ma è anche stata capace di renderlo leader del settore e brand appetibile per stringere rapporti commerciali con società illustri. Questo gli ha permesso anche di organizzare eventi che trascendessero la lore stagionale del gioco, facendolo diventare qualcosa che va oltre il videogioco.

Fortnite, da videogioco a spazio multimediale

Fortnite nasce come videogioco e si evolve in piattaforma multimediale, diventando uno spazio in cui si organizzano moltissimi eventi. Nel corso degli anni, infatti, Epic Games ha programmato numerosi spettacoli a cui i giocatori hanno potuto partecipare attivamente. Inizialmente, queste occasioni riguardavano esclusivamente la lore del titolo e spesso erano il mezzo per passare in modo scenografico e accattivante da una stagione ad un’altra. Con il tempo, e con l’aumento vertiginoso della popolarità del titolo, questi eventi hanno coinvolto celebrità del calibro di Travis Scott, Ariana Grande e Marshmello. Il team di sviluppo, infatti, ha dato vita a diversi concerti all’interno del titolo, trasformando l’isola da campo di battaglia a palcoscenico.

Questi eventi non solo hanno annoverato definitivamente Fortnite tra i titoli più influenti degli ultimi anni, ma gli hanno fatto trascendere la sua natura di videogioco per trasformarlo in qualcosa di più complesso. L’apice è stato toccato proprio con il concerto del rapper statunitense Travis Scott, poiché l’evento ha fatto registrare più di 27 milioni di utenti unici connessi. Numeri davvero da capogiro, che hanno consacrato tra i grandi il Battle Royale di Epic Games.

Di fronte a questi risultati straordinari è impossibile riconoscere il valore di un progetto pensato e ideato per un target di giocatori preciso. Come detto in apertura, Fortnite non vuole entrare a far parlare di sé come un’opera d’arte, quanto piuttosto come un prodotto commerciale capace di divertire e diventare un riferimento per la cultura pop. Il 26 settembre di sei anni fa, il mondo si preparava ad assistere ad un fenomeno capace di cambiare per sempre la storia di un genere.

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