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Five Nights at Freddy’s 2 – La recensione: un terrificante passo indietro

di Redazione Network NCI

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Five Nights at Freddy’s torna al cinema con il secondo capitolo di quella che ormai è a tutti gli effetti una saga. Secondo capitolo che ha deciso di ampliare la mitologia cinematografica della saga, grazie anche all’intervento di Scott Cawthon, creatore originale. Lo avrà fatto bene?

Gli animatronics si risvegliano…

Il film racconta la continuazione della storia di Mike e Abby, i due effettivi protagonisti del primo film, e anche di Vanessa, “promossa” a protagonista dopo che nel primo era un comprimario.

Già da qui, ci sono delle problematiche. L’unica che ha mantenuto la propria evoluzione è Abby (Piper Rubio), che effettivamente si presenta come un passo avanti rispetto al punto in cui iniziava il primo film. Per Mike (Josh Hutcherson) e Vanessa (Elizabeth Lail), invece… non proprio.

Mike sembra essersi dimenticato di metà delle cose successe e si comporta come se gli avvertimenti di Vanessa, che già nel primo film ha dimostrato di sapere moltissime cose, fossero deliri di follia. Vanessa, invece, viene trasposta con l’intenzione di renderla un personaggio tormentato. Tuttavia è difficile entrare in sintonia con lei: in diverse occasioni, ci si chiederà semplicemente perché non parli chiaro, al posto di relegare le esposizioni di quello che sta succedendo a frasi a mezza bocca e affermazioni criptiche. Un personaggio che non dice quanto dovrebbe solamente per esigenze di sceneggiatura in pratica.

In questo capitolo è vittima dell’eredità del padre, che adesso non è un semplice serial killer, ma sembra più il leader di una setta, che ha lasciato un’eredità e un progetto nel primo capitolo mai neanche menzionati. Matthew Lillard è sempre un piacere da vedere sullo schermo, ma le scene di cui è protagonista hanno un che di bizzarro, a metà tra visioni e anticipazioni per far tremare le ginocchia dei fan del videogioco.

E gli animatronics? In teoria ci sono, ma non sono quelli del primo film, con cui avevamo stretto una sorta di legame, compaiono solo alla fine, per intervenire in un momento di difficoltà in stile Avengers. Per poi sparire di nuovo, stavolta definitivamente, dopo aver lanciato un avvertimento (ovviamente criptico) su quello che sarà il futuro della saga.

…e non solo loro

Passiamo ai personaggi nuovi. Ruolo d’impatto è quello della Marionetta, Charlotte Emily (Audrey Lynn Marie). Vorrebbe essere rappresentata come un villain controverso, ma la messinscena e soprattutto la sceneggiatura non solo non le rendono giustizia: la affossano, rendendola un cliché, tra l’altro di pessima categoria.

Non sono chiari nemmeno i suoi poteri, alle volte sembra unicamente spiritica, al punto da aver bisogno di essere esorcizzata, in altri dipende solo dalla tecnologia che le sta attorno. In alcuni casi ha bisogno di possedere un essere vivente per poter usare i suoi poteri, in altri basta un corpo robotico.

Abbiamo poi anche Michael Afton (Freddy Carter), che chiede specificatamente di essere chiamato Michael per evitare confusioni con Mike, come a ribadire da parte del creatore che in questo adattamento sono due personaggi diversi. Un personaggio che sembrerebbe essere stato vitale, per tutta l’organizzazione del padre, ma che invece appare solo adesso. Anche per lui, la sua influenza è incerta: sembra essersi curato dei nuovi animatronics, ed è lui il responsabile della liberazione, indirettamente, di Charlotte. Tuttavia, sembra che sia Charlotte l’unica ad avere potere su questi animatronics, tranne che nel finale, in cui a comandarli sembra essere lui. Il tutto senza che venga mai spiegato come o perché.

Ultimo, il padre di Charlotte, Henry Emily (Skeet Ulrich). Un personaggio inserito come deus ex machina umano e come contentino per i fan. Vittima della sceneggiatura anche lui, che gli impedisce di parlare chiaro in merito al suo coinvolgimento nella storia, e che non fa capire se ha effettivamente conoscenza di cosa sia successo alla figlia. Fondamentalmente, è la superficialità a far da padrone nella caratterizzazione dei personaggi, siano essi protagonisti o nuovi volti.

E la trama?

Inutile girarci attorno: se la caratterizzazione dei personaggi fa acqua da tutte le parti, la storia è peggio. Sembra spesso che la maggior parte delle cose accadano in maniera randomica, o sfruttando coincidenze e forzature logiche insensate. Personaggi che spariscono senza venire più menzionati, altri che compaiono unicamente quando sono utili, altri ancora che sono palesemente degli stereotipi viventi così da avere carne da macello.

Per il resto, la trama sembra un miscuglio di idee tirate fuori da varie opere di narrativa per ragazzi, a cui è stato spruzzato un tenue retrogusto di horror.

Tutto da buttare quindi?

Sembrerebbe quindi che sia tutto da buttare, di questo film. Ma non è interamente così. L’interpretazione di Matthew Lillard, per quanto più limitata, è sempre di livello, e anche McKenna Grace, che interpreta la vittima principale della possessione di Charlotte, sembra calata molto nella parte.

I veri protagonisti positivi rimangono gli animatronics, che ancora una volta sono trasposti perfettamente dai videogiochi al film. La decisione di utilizzare dei veri animatronics e dei costumi per quanto possibile, ripaga, restituendo se non altro un minimo di realismo alle mascotte del film. Non dubiti mai che siano davvero in scena.

PRO e CONTRO

PRO

  • Matthew Lillard e McKenna Grace, che regalano delle performance appassionate;
  • Gli animatronics, che sono sia trasposti perfettamente che di squisita fattura;
  • Gli easter egg, che sicuramente saranno una sfida tra gli appassionati a chi ne riconosce di più;

CONTRO

  • La trama, che in più punti non ha quasi senso logico o di rapporto causa-effetto sensato;
  • La sceneggiatura, che affossa alcune caratterizzazioni dei personaggi non dando loro modo di risultare completi, figurarsi interessanti;
  • Il tono del film, che cerca di essere un horror e allo stesso tempo essere un film per famiglie, senza riuscire particolarmente in nessuno dei due;

In conclusione, il secondo film della saga prende quel poco che aveva di positivo il primo capitolo, e non solo non lo valorizza, ma lo annulla. Un’occasione davvero sprecata. Voto: 4,5.

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Articolo di Lorenzo Giorgi

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