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Fisco, gli italiani hanno lavorato 156 giorni per lo stato

di Redazione Network NCI

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Per rispettare le scadenze fiscali, gli italiani hanno lavorato dal 1 gennaio a inizio giugno per lo stato. Il fisco impone questo ritmo a causa dell’evasione fiscale, molto diffusa (2,5 milioni di evasori fiscali in Italia)

Fisco, gli italiani lavorano per lo stato

Per rispettare le scadenze previste dal calendario fiscale, le persone giuridiche in Italia hanno lavorato per lo stato dal primo gennaio ad inizio giugno (ben 156 giorni). La causa sarebbe da ricercarsi nell’alto numero di evasori fiscali, ben 2.5 milioni di persone. I versamenti, fanno sapere dalla CGIA (Confederazione Generale Italiana dell’Artigianato), sono necessari per il pagamento di dipendenti pubblici, la sanità, la scuola i trasporti, le forze dell’ordine. In altre parole, è la cifra necessaria al funzionamento dell’apparato statale. Come riportato da TGCom24, “Solo dal 6 giugno fino al prossimo 31 dicembre (209 giorni) gli italiani lavoreranno per sé stessi e per la propria famiglia – spiega la Cgia -. In Italia, purtroppo, i contribuenti onesti versano molte tasse perché ci sono molti ‘disonesti’.

Un po’ di dati

Secondo i dati che Istat ha fornito nel 2022, in Italia sono 2.5 milioni le persone occupate irregolarmente, o i liberi professionisti senza partita Iva. I dati per regione mostrano la Lombardia al primo posto con 379.800 unità. Seguono il Lazio con 319.400 e la Campania con 270.200. Mentre, calcolando il tasso d’irregolarità, dato dal rapporto tra occupazione irregolare e il numero di lavoratori in ogni regione, la classifica dice Calabria al primo posto con il 17,1%, poi la Campania (14,2%), la Sicilia (13,6%) e la Puglia (12,6%). La media nazionale è invece del 9,7%. La pressione fiscale in Italia, negli ultimi trenta anni, è stata più bassa nel 2002, con il governo Berlusconi (38,9%) – allora furono necessari solo 142 giorni per fornire al fisco il denaro necessario – , e più alta nel 2012, con il governo Monti (43,4%) – poi sostituito da Letta.

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Articolo a cura di Enrico Roca

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