di Bernardino Pifferi
Ubisoft negli anni ci ha abituato a tanti titoli decisamente memorabili, alcuni tripla A e altri giochi anche più piccoli. Sembra doveroso citare le saghe di Assassin’s Creed e Far Cry, ma sono ovviamente una piccola (si fa per dire) parte di tutti i lavori di questi sviluppatori. Ma con il ventesimo anniversario della saga di Far Cry, è proprio sulla sua evoluzione che ci soffermeremo.
Far Cry: una saga trasformata!
Probabilmente non tutti avrete provato uno dei titoli della saga di Far Cry, ma sicuramente ne avrete sentito parlare, almeno una volta. L’ultimo arrivato sugli scaffali è stato Far Cry 6, dove il nostro antagonista è impersonato da Giancarlo Esposito, dittatore dell’isola fittizia di Yara, dove si svolgerà tutta l’avventura. La base di tutta la saga è sempre rimasta la stessa, un FPS ambientato in una mappa completamente esplorabile. La novità che è stata implementata in questo ultimo capitolo, sono le dinamiche GDR. I fan di vecchia data non hanno ben accolto questo tipo di modifica, che effettivamente va a stravolgere le basi che ha sempre avuto Far Cry.
Il bello di titoli come Far Cry 3, forse il più amato dall’utenza, e Far Cry 4, era la totale libertà. Badate bene, non si intende che nei nuovi giochi il giocatore non sia libero. Si intende la possibilità di affrontare determinate situazioni o nemici, in qualsiasi momento. Non importa la differenza di forze in campo, non importa con quale arma. Chi aveva il controller in mano, se era abbastanza bravo, poteva farcela. Con l’implementazione della modalità GDR e di conseguenza dei livelli, questa “libertà” non esiste più. Ogni avamposto da liberare, ogni nemico da affrontare, dovrà essere legato anche al nostro livello di esperienza. Perché se in passato potevamo abbattere nemici corazzati armati solo di un coltello, adesso sparare alla testa di un nemico con un fucile a pompa potrebbe non essere più sufficiente.
I livelli hanno superato la bravura?
Ci sono stati tanti titoli della saga di Far Cry, molti spin-off, ma se analizziamo quelli principali, per la maggior parte di coloro che erano abituati a giocare in un certo modo, è stato un brutto colpo. Immaginiamo che Ubisoft abbia preso questa scelta con l’intento di avvicinare al titolo anche utenti che erano abituati appunto ad approcciarsi ai giochi in maniera diversa. Da una parte è certamente una buona mossa, ma dall’altra hanno reso coloro che potevano contare sulla loro bravura, impossibilitati a farlo. La stessa cosa è stata applicata alla saga di Assassin’s Creed, più o meno con gli stessi risultati. Con l’uscita di recente di Assassin’s Creed Mirage si è però tornati sull’originale stile del gioco. Che sia un segnale da parte di Ubisoft?
Certamente lo stile dei GDR non verrà abbandonato. Tantissimi utenti hanno apprezzato moltissimo questo tipo di implementazione su queste saghe, dunque non crediamo che gli sviluppatori faranno marcia indietro. La speranza dei fan di vecchia data è rinata con il rilascio dell’ultimo titolo sugli assassini. Chissà se in futuro potremo avere di nuovo la possibilità di fare un salto nel passato con Far Cry, perché a quei tempi, la nostra abilità era più importante del livello che avevamo. Non ci resta che attendere per scoprirlo, assaporando il momento in cui potremo tornare in battaglia armati solo di arco e frecce.
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