di Riccardo Rizzo
La guerra, la guerra non cambia mai. Una delle primissime frasi che sentiamo al momento di avvio di un nuovo capitolo di Fallout. Una frase breve, coincisa, ma che riesce a spiegare quello che è uno dei messaggi principali che trasmette la saga. La guerra non cambia mai. Nonostante il progredire dell’umanità, puntualmente si ricade sempre nel baratro del conflitto. E il conflitto si sà, alla fine non vede né vincitori né vinti. E quindi forse è l’umanità a non cambiare mai, ad essere sempre la stessa. La scoperta del nucleare e l’utilizzo dell’atomica ha mostrato chiaramente di cosa è capace l’essere umano.
Da un lato un’invenzione geniale, dalle potenzialità praticamente illimitate, e dall’altra un’arma di distruzione di massa, capace di radere al suolo un’intera società in pochi secondi. Questa duplice sensazione la sentiamo subito vera, tangibile, concreta. Che la nostra avventura inizi dentro un Vault o pochi attimi prima dell’Apocalisse, sentiamo subito viva la consapevolezza che quello che andremo ad affrontare lo affronteremo per colpa dell’umanità e dei suoi sbagli. Si, perché l’America che andremo ad esplorare è stata ridotta così dall’essere umano. Un essere umano abbastanza cieco per vedere che è arrivato troppo vicino al Sole, tanto da scottarsi e cadere giù a picco. E la caduta è scontata quanto chiara: ha la forma e le sembianze di un fungo nucleare.
Fallout: un nuovo inizio, in un mondo finito da un pezzo
Il primo impatto con il mondo di gioco è semplicemente indimenticabile, in ogni capitolo della saga. La prima uscita dal Vault segna l’ingresso in quello che è il mondo di Fallout, un mondo distrutto e messo in ginocchio da una guerra nucleare che non ha lasciato testimoni. All’inizio non sapremo molto su cos’è successo o su come l’umanità sia in qualche modo sopravvissuta. Davanti a noi non troveremo altro che radiazioni e morte.
Una landa desolata che ci appare subito ostile. E noi ci sentiremo spaesati, spaventati, perché in fondo sappiamo che quello che abbiamo davanti non è poi così distopico come sembra. Decidiamo però di indossare lo stesso la nostra tuta del Vault, impugnare un’arma di fortuna e cominciare ad esplorare. Nelle prime fasi di gioco tutto ci sembrerà nuovo, diverso, e questo ci farà immedesimare a pieno con il nostro protagonista, che come noi si trova catapultato in un mondo radicalmente opposto a quello che ricordava.
Un mondo diviso e sempre in conflitto
Quello che andremo a scoprire ora dopo ora, missione dopo missione, è che in realtà il mondo, seppur ci appaia diverso, è rimasto sempre lo stesso. L’umanità, nonostante si sia annientata da sola con una guerra nucleare, non è cambiata. Nelle nostre avventure troveremo avamposti, città; ed entreremo in contatto con varie fazioni. E quello che noteremo è che, nonostante siano ormai sull’orlo del baratro, gli esseri umani non sono cambiati. Per una ragione o per un’altra le varie fazioni sono sempre in conflitto tra loro.
Un esempio sono l’Istituto e i Railroad. I primi sono un’organizzazione scientifica famosa per la capacità di creare i sintetici, degli androidi tali e quali agli esseri umani. La segretezza che accompagna questa fazione, però, ha contribuito a creare un alone di mistero intorno ad essa, tanto da seminare paranoia e terrore tra gli abitanti della Zona Contaminata. Ed è così che nascono i Railroad, una fazione ribelle nata con lo scopo di liberare i sintetici e di sconfiggere l’Istituto. E nel corso delle nostre avventure scopriremo tante altre fazioni e religioni, tutte con le proprie ideologie e credenze, e tutte accumunate da una caratteristica comune: il disprezzo e la paura per il diverso.
Ogni fazione punterà sempre e solo alla propria sopravvivenza, anche se questo dovesse significare l’annientamento del “nemico”. Saremo poi noi, con le nostre scelte, a decidere se cambiare le cose o lasciare che tutto vada come sempre è andato nella storia dell’uomo. Non ci limiteremo infatti a scoprire le varie fazioni, ma ci entreremo in contatto. Conosceremo coloro che ne popolano le file; ci potremo conversare, stringere rapporti e creare dei legami. L’entrare in contatto con una fazione non ci priverà a priori della possibilità di scoprirne un’altra. Saranno poi le nostre scelte che, col tempo, andranno ad influenzare le trame del gioco.
Le scelte che plasmano il futuro
Non appena usciti dal Vault la nostra rete di contatti e di relazioni sarà minima. Fin da subito però è chiara la consapevolezza che le proprie scelte hanno un peso; e andranno a plasmare il mondo di gioco. Che si tratti di giustiziare o meno un ladro o far esplodere la bomba nucleare di Megaton, sentiremo sempre il peso delle nostre decisioni. Con le nostre scelte andremo a costruire, di capitolo in capitolo, la nostra avventura post-nucleare. E potremo farlo nella maniera che preferiamo e che più si addice al nostro stile di gioco. Potremo focalizzarci sulla main quest, oppure perderci tra le rovine di un mondo distrutto, scoprendo tutto quello che l’universo di Fallout ha da offrire. Ed è qui che i giochi diventano davvero grandi, nell’offrire mondi variegati, ricchi di cose da fare e da vedere.
Potremo esplorare Vault, città di grandi medie o piccole dimensioni, fattorie, edifici in rovina, miniere e tanto altro ancora. E nessun luogo sarà uguale ad un altro. Ogni edificio, ogni costruzione, ogni centimetro in Fallout ha una propria storia. Una storia non solo visibile grazie al design incredibile della saga, ma anche grazie a tutti i documenti che troveremo sparsi nel mondo. Leggeremo libri, diari, appunti, file di testo sui terminali. Il mondo di gioco si racconta in continuazione. E non lo fa solo attraverso i protagonisti. La lore è una componente fondamentale nella saga, e grazie ad essa possiamo ricostruire pian piano i fatti che separano il 2077 dalle nostre avventure nel Commonwealth.
Ricominciare a ricostruire
Anche i personaggi che incontreremo saranno sempre di un certo calibro. Che siano esseri umani, ghoul o super-mutanti, ogni abitante della Zona Contaminata ha un proprio background e una propria personalità. Con alcuni in particolare avremo anche la possibilità di stringere un legame più stretto, che ci permetterà di farci accompagnare ovunque andremo. Questo ovviamente avrà dei benefici, sia a livello pratico che a livello di statistiche e bonus. Avremo infatti dei boost a determinate abilità, e inoltre potremo trasportare un peso complessivamente maggiore.
Negli ultimi due capitoli poi, Fallout 4 e Fallout 76, è stata aggiunta un’interessante feature, che aggiunge uno spessore notevole all’esperienza di gioco. Stiamo parlando ovviamente della possibilità di costruire avamposti. Se infatti in una prima fase dell’avventura il nostro unico scopo sarà quello di sopravvivere (saremo sempre a corto di munizioni e cure), col passare del tempo ne avremo sempre in quantità superiori. Questo ci permetterà di rivedere le nostre priorità; dopo esser usciti dal Vault ed essere sopravvissuti alla Zona Contaminata, è finalmente tempo di ricostruire. Potremo raccogliere materiali, riciclarne altri, e grazie ad un editor abbastanza ricco di possibilità potremo costruire il nostro avamposto dei sogni. Nel quarto capitolo avremo l’opportunità di costruire varie basi in giro per la mappa, creando una vera rete di commerci; mentre in Fallout 76 il tutto raggiunge un livello superiore, mettendo in contatto direttamente i giocatori.
25 anni di Fallout: una serie S.P.E.C.I.A.L.
Era il 10 ottobre del 1997 quando su Personal Computer usciva quel capolavoro del primo Fallout, sviluppato e prodotto da Interplay Entertainment, un gioco che darà inizio ad una saga destinata a cambiare per sempre il mondo dei videogiochi di ruolo in prima persona. Ed infatti eccoci qui, venticinque anni e otto capitoli dopo (contando anche Tactics e Brotherhood of Steel), a provare a raccontare quello è l’universo di Fallout. La verità però è che in così poche righe è davvero difficile spiegare cosa rappresenta l’intera saga di Bethesda. Ci sarebbero troppe cose da dire.
La cosa migliore che vi possiamo consigliare, come redazione ma soprattutto come giocatori, è quella di provare con mano i vari capitoli della serie Bethesda. Che si tratti dei primi capitoli, di Fallout 3, New Vegas o Fallout 4, provate in prima persona cosa significa esplorare la Zona Contaminata. Anche Fallout 76 merita di essere giocato dato che, dopo i vari problemi avuti al lancio, oggi è un prodotto validissimo, capace di incantarvi quasi come le iterazioni più tradizionali. Siamo sicuri infatti che se vi approccerete nella maniera corretta, la serie vi intratterrà per centinaia e centinaia di ore, rimanendovi impressa come una delle più belle saghe post-apocalittiche mai pubblicate.
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