di Nasce Cresce Ignora
Dopo mesi di attesa, F1 arriva finalmente al traguardo. Diretto da Joseph Kosinski (Top Gun: Maverick) e con la collaborazione della Formula 1, il film prometteva uno spettacolo visivo mai visto prima. E in buona parte mantiene le aspettative, grazie a un mix adrenalinico di tecnica, dramma sportivo e rivalità.
La storia segue le vicende di Sonny Hayes (Brad Pitt), ex campione di Formula 1 costretto al ritiro dopo un brutto incidente. Richiamato in pista dal vecchio amico Ruben Cervantes (Javier Bardem), oggi a capo della scuderia in difficoltà APX GP, Sonny accetta la sfida: tornare a correre per aiutare la squadra e diventare il mentore del giovane e talentuoso pilota Joshua Pearce (Damson Idris).
Il rapporto tra i due, però, non si limita alla semplice pista: la loro relazione si trasforma presto in una rivalità accesa, tra tensioni e scintille, dentro e fuori dal circuito.
F1, cosa funziona
Il primo elemento che colpisce è l’incredibile realismo delle riprese in pista. Girato con camere installate direttamente sulle monoposto, il film restituisce una sensazione di immersione totale: si sente il motore vibrare, si vedono i riflessi nel casco, si percepisce il rischio curva dopo curva. Più che guardarlo, si ha la sensazione di viverlo in prima persona.
È probabilmente l’aspetto più riuscito del film, e quello che lo distingue da precedenti tentativi di raccontare la F1 al cinema.
Altro punto di forza sono le interpretazioni degli attori principali. Brad Pitt è fenomenale nel ruolo del veterano disilluso ma ancora affamato, portando sullo schermo un personaggio credibile, stanco ma mai spento.
Javier Bardem, invece, dà corpo a un team principal carismatico, emotivamente coinvolto, in un equilibrio perfetto tra realtà e cuore. Buona anche la prova di Damson Idris, che riesce a rendere Joshua un ragazzo complesso, combattuto tra l’ambizione e il bisogno di affermarsi.
La rivalità tra Sonny e Joshua è costruita in modo convincente: non ci sono buoni o cattivi, ma due uomini in due momenti diversi della loro vita, costretti a condividere lo stesso spazio, lo stesso obiettivo e la stessa pista. È da questa tensione che nasce il cuore emotivo del film.
Cosa convince meno
Se da un lato F1 corre fortissimo a livello visivo e attoriale, dall’altro la sceneggiatura ogni tanto esce fuori pista. Alcuni momenti secondari appaiono un po’ forzati e c’è la sensazione che alcune scene avrebbero giovato di una maggiore sintesi.
Il film dura 2 ore e 36 minuti, e sebbene non manchino le sequenze spettacolari, un minutaggio minore avrebbe gioovato al ritmo generale. Inoltre, chi non è appassionato di motori potrebbe trovare alcune sequenze troppo tecniche e ripetitive.
F1 – In conclusione
F1 è una dichiarazione d’amore al mondo delle corse, un’esperienza visiva intensa che ti scaraventa direttamente nell’abitacolo. Ha i suoi limiti, ma sa emozionare, soprattutto grazie alle performance di Pitt e Bardem. Un film imperfetto, ma sincero e coinvolgente. Proprio come una gara vissuta col cuore in gola.
Pro
• Riprese spettacolari e immersive;
• Brad Pitt e Javier Bardem in stato di grazia;
• La rivalità tra Sonny e Joshua ben scritta e recitata.
Contro
• Durata eccessiva;
• Alcuni passaggi narrativi poco convincenti;
• Meno adatto a chi non ama la F1.
Voto: 7,5
Articolo di Flavio Santini
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