di Redazione NCI
L’ uomo, 55enne, con il suo intervento è riuscito a interrompere la violenza sessuale in corso in un palazzo nel rione Prati.
“Le stava addosso e l’ho steso” ha raccontato Andrea Marcelli, ex pugile dilettante e insegnante di boxe da quasi 30 anni. Quando ha sentito le grida di aiuto non ci ha pensato un attimo, si è alzato dal letto, è uscito dal suo appartamento ed è intervenuto fermando lo stupratore. Il seviziatore, un cittadino ucraino di 36 anni, è stato definito dal boxeur un “energumeno” per via della sua figura da uomo nerboruto e della sua “bestialità”.
Il pugilato come arma di giustizia
Il violentatore, incoraggiato da un imponente mole fisica, non si è tirato indietro dall’ affrontare il suo avversario. Durante la lotta il più anziano dei due ha rifilato al malvivente una gragnola di colpi che lo hanno costretto a indietreggiare. In quel frangente del conflitto, altri condomini si sono frammessi nel dissidio, aiutando l’istruttore a combattere il troglodita. Durante il tentativo di rendere inerte l’assalitore alcuni dei presenti hanno proceduto con la chiamata di denuncia alle forze dell’ordine. Le quali, giunte sul posto hanno definitivamente bloccato e arrestato il malfattore con le accuse di violenza sessuale e resistenza a pubblico ufficiale.
È una vittoria dell’altruismo e del coraggio contro la criminalità. Oltre che un successo che porta con se i valori di uno degli sport da combattimento più antichi del mondo; a testimonianza di ciò, le parole dell’eroe romano: “Se hai praticato la boxe, se sei un pugile grazie alla formazione che ti dà questo sport, non hai timore. Sei consapevole che durante una colluttazione può succedere di tutto, ma hai anche le capacità di sapere come e dove colpire. La boxe ti insegna a difenderti, ma anche se ce n’è bisogno ad attaccare“.
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di Gabriele Nostro
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